Foggia a 30 km/h. Lo chiede il WWF “per cambiare la città in meglio”.

Foggia come Bologna con “Zone 30” per cambiare la città in meglio. A chiederlo è il WWF Foggia con un documento indirizzato all’amministrazione comunale per creare una “Città a misura d’Uomo”.

Il documento ricorda che le “Zone 30” non sono una novità e sono nate negli anni sessanta nei Paesi Bassi per salvaguardare i bambini dal traffico cittadino ed esiste quindi una documentata esperienza di quasi 60 anni.

I benefici delle “Zone 30” sono molteplici: riduzione degli incidenti stradali, diminuzione delle emissioni nocive dovute agli scarichi delle auto, riduzione della congestione stradale, valorizzazione dei mezzi pubblici, maggior utilizzo delle piste ciclabili e pedonali. L’obiettivo è ottenere “… una città vissuta a misura d’Uomo che genera un effetto domino benefico sulle attività commerciali, sui cittadini più fragili  (disabili, anziani o bambini), sulla “bellezza” estetica delle città, sulla biodiversità urbana… e questo provoca anche un benessere emotivo nei cittadini”.

““Città 30” non significa limitare la velocità delle automobili in tutto il contesto urbanizzato bensì esclusivamente nelle aree in cui c’è la necessità, ovvero si punta a cambiare il concetto stesso di mobilità a seconda del tipo di strada, di quartiere o zona cittadina, significa ridare la giusta funzione ad ogni spazio delle vie etc..” si legge nel documento che ricorda come “Zona 30″ … è un tentativo di restituire la città agli uomini togliendo l’egemonia e il monopolio alle automobili“.

Per quanto riguarda il futuro di Foggia il WWF non ha dubbi: “dobbiamo solo capire se vogliamo arrivarci adesso o con 50 anni di ritardo, ed una città come Foggia, oggi nota più per i fatti di cronaca nera o flop politici, non può permettersi di trascurare proposte lungimiranti come quelle discusse in questi giorni; creare Zone 30 annesse a nuove strategie legate alla mobilità cittadina è fondamentale avere nuove visioni e creare nuovi paradigmi perché Foggia ha bisogno di scrollarsi di dosso la nomea di “ultima in tutte le classifiche”, passando così da “fardello” a “modello” di una Capitanata ancora oggi orfana del suo capoluogo.

Il dibattito è aperto.