Foggia, una ragazza chiamata Gentilezza

A Foggia è stato inaugurato “Il salotto della gentilezza”, uno spazio nel quale ognuno può esprimere idee, pensieri e riflessioni culturali. Un luogo in cui presentare mostre fotografiche, declamare poesie e ogni altra manifestazione che profumi l’anima di gentilezza. Un locale del centro storico dove la bocca si riempie di educazione, le mani di accoglienza verso le opinioni di tutti.

Come le parole che entrano nella pelle, i gesti che rendono gentile il mondo, gli sguardi così puri da portare ossigeno nelle vene.

Come una prescrizione medica per lo spirito: assumere una dose di gentilezza due volte al giorno, preferibilmente a cuore pieno. Chissà come sarebbe la vita se la gentilezza rimanesse sospesa in aria come un odore.

Il primo dovere che abbiamo verso la gentilezza è riconoscerla. Cominciamo dagli occhi dei bambini.

Il secondo è coltivarla. Si può farlo appena usciti di casa.

Il terzo dovere è insegnarla. Ai figli, agli amici, ai colleghi. Facciamola conoscere anche agli arroganti, magari un giorno la useranno.

Il quarto dovere è il più difficile. Pratichiamo la gentilezza verso il Destino. Sempre. Anche quando il destino sembra assurdo. Anche quando ti scaraventa addosso una tempesta e intorno a te c’è solo buio. Siamo gentili sempre con il destino. Impariamo ad accettare.

E poi ricordo il mio primo amore, quando ho incontrato una ragazza magica e mi sono innamorato dei suoi occhi. E si chiamava Gentilezza.