‘Dino Buzzati e l’intelligenza artificiale’. Il professore Daniele ne ha parlato al Festival della Scienza di Foggia.

Ho avuto il piacere di dialogare per Officina Mediterranea – canale web di approfondimento culturale – con il professore Antonio Rosario Daniele, ricercatore di Letteratura italiana presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Foggia, sul tema “Dino Buzzati e l’intelligenza artificiale”. Questo è il titolo della relazione che il professore Daniele ha svolto in occasione della seconda edizione del Festival della Scienza di Foggia nel suo incontro con gli studenti della scuola Murialdo.

Dino Buzzati (Belluno 1906 – Milano 1972), giornalista, scrittore, scenografo, fumettista scrisse nel 1959 per la rivista Oggi una serie di racconti ambientati nel futuro, il 1972 anno che per una strana circostanza fu quello in cui lo scrittore morì. I racconti furono poi raccolti nel volume “Il grande ritratto” pubblicato da Mondadori nel 1960. Questo libro è considerato da molti il primo romanzo italiano di fantascienza; racconta di un gruppo di scienziati chiamati dal Ministero a lavorare in gran segreto alla creazione di un super calcolatore. Numero Uno, questo il nome dato alla macchina, sarà in realtà il tentativo di Endriade, lo scienziato a capo del progetto, di ricreare l’amata Laura la cui morte non ha mai accettato.

Si può ricreare l’anima umana? è giusto farlo? Può una macchina essere libera e autonoma fino al punto di ribellarsi al suo creatore?

Sono alcune delle domande che si pone Buzzati in questo romanzo distopico del 1960 dove si intrecciano la fantascienza ai limiti etici della scienza. L’attualità del tema è quanto mai evidente. Il grande ritratto è un romanzo breve che si legge d’un fiato ma dietro la levità della prosa e dei dialoghi si nasconde una riflessione profonda

L’intervista al professore Antonio Rosario Daniele può essere vista cliccando sul link riportato di seguito

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