12 agosto 1944 l’eccidio di Stazzema. Il dovere morale di non dimenticare. La cronaca di una giornata intensa e commovente.

Ho partecipato per la prima volta alla commemorazione dell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema compiuto il 12 agosto 1944 da reparti nazifascisti, 79 anni fa. Sembrano eventi lontani che non ci riguardano, molti preferirebbero dimenticare, ma invece continuano ad avere una loro drammatica attualità e ricordano l’atrocità delle guerre, in ogni epoca e in ogni luogo.

“Sant’Anna di Stazzema è uno dei luoghi simbolo della tragedia della Seconda Guerra Mondiale in cui affondano le radici più profonde dei valori della Costituzione repubblicana. L’Europa toccò il fondo dell’abisso. Neppure l’infamia della rappresaglia poteva giustificare lo sterminio, la strategia dell’annientamento. Da quegli abissi sono ripartiti il cammino del popolo italiano e del Continente europeo e spetta a ciascuno custodire e consegnare il testimone della memoria alle generazioni più giovani”.

Queste le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel telegramma inviato a Sant’Anna di Stazzema in occasione della commemorazione dell’eccidio lo scorso 12 agosto.

Alle sue parole sono seguite quelle del sindaco di Stazzema, Maurizio Verona che ha ricordato senza giri di parole come i fascisti sopravvivano ancora e si annidino anche nei ruoli di vertice della maggioranza di governo. “La Russa si vanta di avere il busto di Mussolini, De Angelis difende i fascisti della strage di Bologna e nessuno gli dice nulla” ha quasi urlato il sindaco. “Quello che è successo qui come in altri luoghi martiri è verità storica che non può essere oggetto di tentativi di revisionismo. Abbiamo il dovere di ricordare ciò che è avvenuto. Quest’anno ci recheremo a Bucha città martire Ucraina”.

Fu un massacro di vite innocenti. Donne, anziani, bambini – ben oltre cinquecento – vennero uccisi senza pietà. I corpi bruciati e resi irriconoscibili e i fascisti furono ancora più spietati delle truppe naziste” ha poi detto Umberto Mancini presidente dell’Associazione Martiri di Sant’Anna.

Pietà per ogni essere umano, ma guai a equiparare chi ha combattuto per un regime con chi ha combattuto per darci libertà e democrazia. La Russa è inadeguato al ruolo che ricopre” ha detto nella sua orazione ufficiale il Presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, unico politico nazionale presente a Stazzema.

Nessun membro del Governo o rappresentanti di altri partiti era alla commemorazione, alcuni hanno preferito commentare sui social, da casa.

Veniamo alla ricostruzione di quei drammatici avvenimenti. Tre compagnie della 16. SS-Panzergrenadier-DivisionReichsführer-SS” comandata dal Gruppenführer Max Simon con l’ausilio di alcuni collaborazionisti italiani della RSI. All’alba del 12 agosto 1944 i reparti circondarono l’abitato di Sant’Anna, mentre un quarto si attestava più a valle, sopra il paese di Valdicastello, per bloccare ogni via di fuga. Nonostante agli inizi del mese Sant’Anna fosse stata dichiarata zona bianca dai tedeschi, in grado cioè di accogliere popolazione civile sfollata, in poco più di tre ore furono massacrate 560 persone, molte erano donne e anziani e ben 130 bambini. Questa la cruda realtà degli eventi per i quali l’8 novembre 2007 la Corte di Cassazione Prima Sezione Penale di Roma ha confermato la condanna all’ergastolo per i dieci ex SS imputati dell’eccidio.

La giornata a Sant’Anna è iniziata molto presto. Moltissima gente è salita sulla irta strada che da Viareggio si inerpica sulle colline versiliesi offrendo un panorama mozzafiato sulla piana e sulla costa con il profilo della Gorgona a rompere la linea dell’orizzonte.

Sul sagrato della piccola chiesa di Stazzema si è svolta la funzione religiosa. Un grande cerchio di lance adagiato sul prato in ricordo delle vittime trucidate.

ll lungo corteo colorato dai gonfaloni di decine di comuni e associazioni presenti si è inerpicato lungo un sentiero che dalla piazza della chiesa e dal Museo Storico della Resistenza, attraverso la Via Crucis ed il bosco circostante, giunge al Col di Cava, dove è posto il Monumento Ossario. Qui si è svolta la commemorazione civile sotto un torrido sole.

Occorre preservare la memoria di eccidi come quello perpetrato a Stazzema ma anche a Marzabotto e in tanti altri luoghi dove le truppe nazifasciste uccisero non solo i partigiani ma tanti civili inermi. Analogamente abbiamo il dovere di ricordare il dramma delle foibe perpetrato nelle zone carsiche del Trentino della Venezia-Giulia, dell’Istria e della Dalmazia. Le une non compensano o risarciscono le altre. La memoria di ogni eccidio perpetrato nel corso dell’ultimo conflitto mondiale e delle tante guerre combattute in ogni epoca dovrebbero ammonirci sulla idiozia della guerra e sulla loro atrocità.