L’opinione di Biagio Porricelli. Il dilettantismo dannoso di chi commenta cose che non comprende

In questi giorni sento e leggo nuovamente interventi che hanno come oggetto la situazione economica del Calcio Foggia 1920.

Ora, è del tutto normale che nell’ambito pallonaro si possa discutere per giornate intere, confrontandosi su schemi di gioco, qualità dei calciatori, competenza degli allenatori e compagnia bella, contrapponendo tesi opposte ognuna delle quali parimenti valida e meritevole di attenzione.

Il calcio nella sua illogicità è fatto per dire tutto e il contrario di tutto, senza che questo possa trovare una sintesi certa,  definitiva, che dia ragione all’uno o all’altro.

Anche il risultato di una partita o l’intero campionato possono essere contestati attribuendo il loro verdetto al caso fortuito, agli episodi o, talvolta, agli errori arbitrali.

Così è se vi piace: il football non nasce per essere una scienza esatta.

Questa, però, è solo la realtà del campo; le valutazioni contabili sui conti societari non sono opinabili e questi devono essere analizzati in maniera oggettiva e competente.

L’approssimazione non è consentita.

Per questo trovo davvero grave che si continui a discettare a ruota libera su numeri sparati a caso su perdite e debiti raffiguranti una situazione di decozione tale da prospettare un imminente fallimento.

La cifra di 7 milioni di euro, ad esempio, che viene da più parti evidenziata ora come sommatoria di debiti, ora come perdita, è totalmente priva di senso.

Si può anche spiare dal buco della serratura per carpire una situazione provvisoria, non definitiva e non ufficiale, ma poi bisognerebbe essere in grado di comprendere ciò che si legge per poterlo spiegare all’opinione pubblica.

Questo non è ciò che sta accadendo e la cosa mi dispiace perché di motivi per criticare il maldestro operato della società ce ne sono davvero tanti e non vedo ragione per costruire ad arte rappresentazioni artefatte della realtà che aumentano pericolosamente la confusione.

Dopo il ritorno in C, le perdite di esercizio degli ultimi tre anni del  Calcio Foggia 1920, in linea con quelle della maggior parte delle società della Lega Pro di pari livello, hanno visto un’oscillazione fra i 2,7 milioni al 30/6/2021 agli 1,4 milioni al 30/6/2022.

Il bilancio in corso di deposito colloca la perdita in posizione intermedia, sui 2,1 milioni di euro.

Nell’esercizio in corso, ma è solo una situazione provvisoria, c’è addirittura una prevalenza dei ricavi sui costi.

Andando ad analizzare le singole voci, si evidenzia che il maggior creditore è l’azionista di maggioranza, la Corporate.

Una cosa che dovrebbe essere sempre tenuta a mente quando ci si vuole avventurare nell’esame del bilancio di una società di calcio è che la maggiore posta di costo è rappresentata dagli emolumenti ai tesserati che nell’ultimo esercizio erano superiori ai 2,8 milioni di euro.

Ebbene, la mancanza di penalizzazioni dimostra chiaramente che stipendi e relativi contributi sono stati pagati. Ovviamente con l’intervento della controllante che ha anticipato le somme necessarie diventando creditore della controllata.  
Può, quindi, essere questa una situazione a rischio imminente di default?

Chiaramente, no.

Certo, vi è una innegabile dipendenza dell’equilibrio dei conti dall’apporto di capitali da parte della Corporate, così come accade in tutte le altre 59 società di Lega Pro e in gran parte di quelle di A e B, ma le cifre non sono tali da rappresentare per lo specifico settore una criticità particolare.

Al contrario: la proverbiale “accortezza” nelle spese, più volte criticata per i negativi effetti sui risultati sportivi, rappresenta un elemento di vantaggio per i conti aziendali.

E allora, se i numeri dipingono un quadro molto diverso da quello che viene fuori da improvvisate analisi prive di dignità scientifica, perché spostare l’attenzione dai problemi (veri) del deficitario comparto tecnico e dall’organizzazione societaria inadeguata a quelli (inesistenti) di bilancio?

Perché fornire l’alibi gratuito delle difficoltà finanziarie proprio nel momento in cui è indispensabile effettuare degli investimenti che diano equilibrio a una squadra che di fallimentare rischia di avere la classifica?

A ognuno il suo: le competenze per analizzare i conti non maturano sui social.

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