L’Abbazia di Pulsano: luogo di spiritualità, silenzio e accoglienza. Il Gargano che non ti aspetti.

Due cose ti colpiscono quando arrivi all’Abbazia di Pulsano – ad appena 8 km da Monte Sant’Angelo sul versante sud del Gargano: il panorama a perdita d’occhio sul golfo di Manfredonia e il silenzio.

Ci accolgono il panorama sul golfo di Manfredonia e il silenzio a cui non siamo abituati.

Abbiamo già visitato il santuario di San Pio a San Giovanni Rotondo imponente nella struttura ricca di mosaici e la basilica di San Michele a Monte Sant’Angelo splendida per la semplicità delle forme architettoniche e per la suggestiva grotta dell’apparizione.

Sono in vacanza con mia moglie e una coppia di amici pisani e soggiorneremo per due notti presso l’Abbazia di Pulsano che ci accoglie con gentilezza. Ci troviamo immersi in un silenzio a cui non siamo abituati e che sembra fare da contraltare al fragore dei tanti pellegrini trovati nei luoghi già visitati.

A Pulsano percepisci fin da subito l’essere in un luogo senza tempo.

L’abbazia è abbarbicata sulle rocce del Gargano dal VI secolo per opera del monaco-papa San Gregorio Magno, “ma sono state ritrovate testimonianze anche pagane che retrodatano di parecchi secoli la presenza dell’uomo nelle grotte poi utilizzate come eremi dai monaci, anacoreti e cenobiti, orientali e latini“, ci spiega il novizio Matteo che con altri due fratelli compone la piccola comunità che attualmente vive e lavora nell’abbazia. Ci guida e ci introduce alla parte più antica dell’abbazia, in parte crollata per i terremoti dei secoli passati e per l’incuria, recente, degli uomini. Totalmente recuperata è la chiesa dedicata a Santa Maria di Pulsano raffigurata nell’icona con il bambino in braccio, le lunghe mani ad indicare il percorso da seguire, la veste rossa a sottolineare la Santità della raffigurazione. Non trovo le giuste parole per descrivere le emozioni provate per quello che abbiamo ammirato quest’oggi e che Matteo ci ha raccontato: sensazioni che vengono dal profondo e riguardano l’animo.

Pulsano ti proietta in una dimensione fuori dal tempo, a prescindere dall’essere credente o meno. Ha la forza di agire su archetipi senza tempo o connotazione religiosa.

Pulsano ha la forza di agire su archetipi senza tempo a prescindere dall’essere credenti o meno.

La preghiera liturgica e il silenzio, ovvero il tempo per ascoltare la voce di Dio che custodisce e sostiene il nostro cammino quotidiano” ci dice fratello Piero con la sua folta barba bianca durante il pranzo conviviale. “La comunità monastica oggi presente si propone come luogo di esperienza di silenzio, di ascolto della Parola di Dio, di Liturgia vissuta, di accoglienza e di servizio alla Chiesa locale ed universale. Siamo aperti all’ospitalità ma non tutti sono pronti a comprendere la nostra regola monastica“. 

Pulsano è un luogo in cui arrivare in punta di piedi, consapevoli della bellezza e della Storia dei luoghi che ci ospitano.

“Alcuni visitatori ci hanno suggerito di aprire un ristorante per attirare più turisti o di vendere dei gadget. Altri ci hanno indicato di intervenire sulla struttura antica per migliorare la visibilità di alcune opere artistiche secondo loro non troppo valorizzate nell’attuale posizione – ci racconta quasi divertito Matteo. “Non è quello che vogliamo, anzitutto perché la nostra regola ci impone di preservare i luoghi e la natura così come ci sono giunti, ma poi solo chi si avvicina a Pulsano con la consapevolezza del luogo in cui si trova può comprenderne la bellezza e il messaggio evangelico. Pulsano è il luogo più antico, dopo la Terra Santa, dove si registrano presenze cristiane”. Il nuovo edificio costruito in parte sulle rovine della antica abbazia ospita il refettorio, le camere per gli ospiti -“ la nostra è una ospitalità povera” -precisa fratello Efrem – la clausura e al primo piano la biblioteca. “È un grande lavoro di catalogazione dei testi quello che stiamo facendo e di cui mi occupo in prima persona” ci dice fratello Efrem. “Non è semplice non solo per il numero di volumi che abbiamo ma anche per il problema della translitterazione. Molti volumi sono scritti in lingua non latina, molti in lingua semitica e questo rende complicato il lavoro di catalogazione. Vorremmo che la nostra biblioteca godesse di maggiore visibilità e che fosse a servizio degli studiosi di materie bibliche e teologiche e della Chiesa locale”. Importanti infine sono i corsi di trascrizioni iconografiche che si svolgono durante l’anno che sono tenuti da maestri iconografi collegati con l’Abbazia.

Per contatti e informazioni http://www.abbaziadipulsano.org/

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