Lo scorso 18 settembre la Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali anche straniere, ha svolto l’audizione di rappresentanti di associazioni antiracket e di associazioni di categoria della provincia di Foggia.
L’incontro si è svolto presso l’Aula del V piano di Palazzo San Macuto.
Nel corso della audizione sono stati evidenziate le numerose criticità del nostro territorio in relazione al fenomeno criminale.
Vittoria Vescera imprenditrice turistica di Vieste e vicepresidente nazionale della Federazione antiracket italiana (Fai), ha ricordato di avere ricevuto richieste di pizzo come tanti altri imprenditori della cittadina garganica. Ha poi sottolineato che “… la carenza di organico e la mancanza di un commissariato a Vieste, un territorio che in estate conta 2 milioni di presenze forse più della popolazione di Roma, rende impossibile svolgere attività investigativa. Attualmente è ancora latitante il nostro concittadino Marco Raduano detto Pallone considerato tra i più pericolosi criminali in Italia. Tutto ciò non ci fa sentire tranquilli“.
Molti interventi hanno riguardato le attività criminali rivolte agli imprenditori agricoli.
Lazzaro D’Auria, imprenditore agricolo e vicepresidente dell’Associazione Antiracket di Foggia ha invocato pene più severe per chi compie danneggiamenti alle imprese agricole per ottenere il pagamento del pizzo. “… un campo bruciato o una coltivazione di ulivi o viti danneggiate o tagliate necessita di anni di lavoro per rimediare al danno provocato. Attualmente la pena prevista per chi compie questi atti e di 6 mesi. Troppo poco“. (…) “A fronte di 510 ettari coltivabili in provincia di Foggia e ipotizzando che solo la metà delle aziende paghi il pizzo, si può stimare in 20 milioni l’ammontare complessivo della richiesta estortiva” ha sottolineato D’Auria che ha evidenziato da ultimo la necessità di “sburocratizzare le richieste di rimborso da parte dei collaboratori di giustizia. Chi non paga il pizzo è una persona perbene, chi lo paga lo fa o per paura o per tornaconto. Forse occorrerebbe ripristinare le pene per chi paga e non denuncia”.
In generale molti degli interventi hanno evidenziato come per sconfiggere la criminalità sia indispensabile a fianco dello Stato “… la collaborazione della cittadinanza che non deve lasciarsi sopraffare dallo sconforto, altrimenti il problema non lo risolviamo” come ha sottolineato Giuseppe Cavaliere della Fondazione Buon Samaritano.
Federica Bianchi di Libera Foggia ha poi messo in correlazione l’alto tasso di criminalità con il tasso di dispersione scolastica che è altissimo nella provincia di Foggia. In questo senso il contrasto alle mafie passa anche attraverso efficaci politiche sociali e culturali che non possono essere lasciate soltanto alle associazioni che operano in maniera volontaria sul territorio e che da sole non possono colmare il vuoto di anni generato dalla assenza di azioni delle istituzioni in questo ambito.
Segue il video integrale dell’audizione