Se cercate una trasposizione cinematografica del Decamerone di Boccaccio, allora ‘The Decameron’ non fa per voi. Se vi accontentate di otto episodi di puro intrattenimento e trame intricate su sfondo medioevale, allora la serie di Kathleen Jordan, disponibile su Netflix, può fare al caso vostro. Uscita nel 2024, con grandi aspettative vista la notevole mobilitazione pubblicitaria e l’investimento sul cast (alcuni attori reduci dal successo di Sex Education), questa commedia di black umor non ha convinto il grande pubblico. Scopriamo perché.
LA TRAMA. Proprio come nel masterpiece boccaccesco, la serie è ambientata a Firenze, durante l’imperversare della peste bubbonica. La popolazione cerca di salvarsi da una piaga spaventosa, con rimedi improvvisati e intrugli magici: in questo contesto un gruppo di nobili decide di isolarsi in una villa di campagna, alla corte di un signore misteriosamente assente, per stare lontani dai contagi. Questo incipit, insieme ai nomi dei personaggi, è l’unico punto di contatto con Boccaccio. Infatti, al posto dell’antologica serie di racconti del maestro fiorentino, la narrazione vira su improbabili peripezie comiche che permettono al pubblico di conoscere l’animo corrotto e corruttibile dei personaggi, assetati di potere e affascinati dai piaceri del corpo. Tutto questo mentre fuori dal castello (e non solo…) imperversa la morte.
PERCHE’ GUARDARLO. Sicuramente, dopo la stagione del Covid, imparare a sorridere delle sciagure di un male endemico (nel caso del 1300) e pandemico nella nostra epoca, può essere un quid in più, senza dimenticare la tragedia in sé. Ma questo aspetto forse è l’unico degno di nota all’interno di una narrazione tragicomica che a volte risulta stucchevole e nonsense (al contrario della degna morale di ogni singolo racconto boccacesco). Il prodotto come commedia regge, ma non con il paragone al capolavoro della letteratura medioevale (ma non ce n’era neanche l’ambizione). Sicuramente alcuni attori hanno saputo interpretare bene la trama e dare ancora una buona prova di sé (vedesi Tanya Reynolds). Resta il tema importante – del tutto attuale – dell’incapacità di saper gestire la posizione sociale per coloro i quali improvvisamente si ritrovano ad essere ricchi, come nel caso di Licisca. Altro tema attualissimo l’istinto di sopravvivenza, costi quel che costi.
DA MIGLIORARE. Sicuramente qualche allusione in più al Decamerone non avrebbe fatto male. È chiaro che, titolo a parte, non vi è il fine di fare una trasposizione cinematografica, ma comunque sfruttare un’occasione del genere, di un formato così giovane e fresco, per far conoscere la letteratura a tanti giovani in tutto il mondo, sarebbe stata cosa buona e giusta. Ma la serie è americana e l’intrattenimento viene prima di ogni cosa. Forse in questo permane un po’ dello spirito dei protagonisti del Boccaccio che narrano storie, al puro scopo di intrattenersi, in un momento difficile per il mondo intero.
LA CITAZIONE. “Credi che siccome sei vestita da nobile puoi fare come ti pare? Aprire le gambe per la classe mercantile? Portare i capelli in un modo ignobile? Ci sono regole Licisca…”.