Nonostante le promesse politiche, le dichiarazioni di amministratori sulla grande crescita e rinascita, San Nicandro Garganico è tra i paesi della provincia di Foggia che più sta andando verso il baratro. In un solo anno, secondo i dati Istat, gli abitanti da 13943 (1 gennaio 2024) sono diventati 13740, registrando un calo drastico di 203 abitanti, per non parlare della situazione economica. Un dato che smentisce pesantemente tutto l’entusiasmo della classe politica dirigente degli ultimi anni: basti pensare che 20 anni fa, si contavano oltre 19.000 abitanti.
Purtroppo non è l’unico della provincia di Foggia ad affrontare questo calo demografico. Ci sono anche città come Lucera, San Severo o la stessa Foggia che rischiano di attraversare una situazione ancor più critica nei prossimi anni, visto l’andamento. Insomma, possiamo sintetizzare tutto in una frase: l’intera provincia sta affrontando una débacle impressionante.
I dati nazionali non fanno ben sperare
Come altre aree del Mezzogiorno d’Italia, la provincia di Foggia sta affrontando un decremento significativo, dovuto a un intreccio di fattori socio-economici, culturali e amministrativi. Nel 2024 – secondo i dati de “Il Sole 24 Ore” – Foggia occupa il 99° posto tra le province italiane per qualità della vita, un risultato che evidenzia un allarme non più ignorabile. Mentre altre province del Sud hanno registrato una crescita nel settore turistico, con ricadute positive su affitti e costi futuri, la nostra provincia non è riuscita a cogliere questa opportunità. Ciò è ancora più grave se si considera che il turismo, uno dei pilastri dell’economia locale, sta mostrando dati sempre più negativi. Ma davvero non c’è soluzione? Davvero non si può invertire questo cambio di rotta?
Le problematiche che attanagliano la provincia di Foggia
Un’analisi approfondita, ha messo in luce un quadro complesso, caratterizzato da numerose criticità. Tra queste spiccano: il divario tra la popolazione anziana e quella giovanile, la mancanza assoluta di lavoro o di potersene creare uno – considerati gli elevati costi per aprire un’attività in paesi sempre più morenti – la fuga di cervelli che non hanno opportunità e quindi costretti a trasferirsi altrove. Come se non bastasse, si registra anche un declino economico dovuto ai pochi investimenti della politica fatti negli anni sul settore agricolo ed industriale, infrastrutture e mobilità carente che danneggiano il turismo locale, per non parlare della scarsa valorizzazione del territorio, della mancanza dei servizi essenziali e della criminalità presente. Tutti fattori che bloccano lo sviluppo di una provincia stupenda come quella di Foggia.
Le possibili soluzioni
Molti piccoli paesi hanno investito nei loro centri storici e sulla cultura locale, ma solamente questo non basta, ci vorrebbe una nuova visione politica lungimirante…che oggi manca purtroppo. Sta diminuendo il tasso di natalità, dimostrato anche dagli accorpamenti di istituti scolastici, spesso con molte classi vuote o indirizzi assenti.

Bene, questo è il problema, ma ci sono soluzioni? Si, le soluzioni sono molteplici. Una politica incentrata non più sulla logica dei “favori personali”, ma sulla volontà di rivedere una reale rinascita. Investire principalmente in infrastrutture e innovazione per agevolare la trasportistica e rilanciare settori come il turismo e la cultura. Parallelamente, bisognerebbe attuare nuove manovre per rilanciare nuovamente l’agricoltura e il settore industriale, perchè abbiamo un patrimonio a dir poco unico e “non si può vivere solo di turismo” (3 mesi l’anno). Un altro aspetto cruciale riguarda l’adozione e l’attuazione di politiche per incentivare il ritorno di molti giovani, costretti a lasciare la propria terra. Sulla sicurezza stendiamo un velo pietoso.
Risolvere tutte le problematiche sarebbe impossibile perchè sono troppe, ma cullarsi sulla frase “questo è, accontentiamoci” senza una vera visione di cambiamento e crescita, può solo peggiorare la situazione critica che già stiamo affrontando. Non basta più illudere la gente con grandi comunicati o post propagandistici ben scritti sui propri canali social, bisogna adoperarsi per un cambiamento concreto, tangibile, che porti ad un cambio di rotta reale e positivo.