Lucia Annibali “Tu gestisci la tua persona, la tua storia, non gli altri”

Per la rassegna di incontri letterari, curata dalla Magna Capitana in collaborazione con la Libreria Ubik, giovedì 13 febbraio Lucia Annibali si è recata presso il Palazzo Dogana per la presentazione del suo ultimo libro “Il futuro mi aspetta”.

Lucia Annibali è un’avvocata del foro di Urbino, il cui nome emerge alle cronache il 16 aprile 2013 quando il suo volto viene sfregiato con l’acido da due uomini mandati dal suo ex-fidanzato Luca Varani. Quest’ultimo è stato condannato nel 2016, in via definitiva, a 20 anni di reclusione per tentato omicidio e stalking, mentre i due uomini che hanno materialmente commesso il reato sono stati condannati a 14 anni. Lucia Annibali ha raccontato questa storia nel libro “Io ci sono. La mia storia di non amore”, scritto insieme alla giornalista Giusi Fasano e pubblicato nel 2014. Da questo suo primo libro è stato tratto un film-tv andato in onda su Rai1 nel 2016, avente lo stesso titolo del libro, che vede Cristiana Capotondi nel ruolo di Lucia Annibali e la cui regia è di Luciano Manuzzi. Il 21 novembre 2013 il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha conferito ad Annibali l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica italiana.

Durante il suo incontro a Palazzo Dogana, Lucia ha condiviso col pubblico parte del suo vissuto, in cui si è trovata a fronteggiare una situazione di estrema difficoltà in cui il dolore fisico ha scaturito in lei la scelta di un attaccamento alla vita ancora maggiore. “Le ustioni ti cambiano la vita in modo definitivo e devi provare a trovare delle soluzioni. La scelta è quella di riproporsi ogni giorno a se stessi, alla vita, alla quotidianità.” La scelta di raccontarsi ed essere impegnati su questo tema richiede accettazione e fatica, la generosità nel raccontarla, l’aiuto ad affrontare i piccoli-grandi momenti. Si crea una forza in più per rinascere. È giusto avere cura di se stessi e della propria storia. “Tu gestisci la tua persona, la tua storia, non gli altri”. Lucia Annibali dichiara “Mi sento grata perché sono fortunata ad essere viva, ho una bella famiglia e una vita che è diventata piena e significativa. Sono una donna che ha fiducia in se stessa.” I risultati che ha ottenuto li ha costruiti con capacità, costanza, pazienza.

Lucia confessa che il suo pubblico preferito è rappresentato dai ragazzi, ai quali cerca di comunicare e raccontare ciò che le è successo, ciò che pensa, prova, ciò che ha imparato. Parlando con i ragazzi ha sempre detto cosa per lei è l’amore o dovrebbe essere: “è un camminare insieme accanto, crescere come persona, incontrare persone e metterlo in comune. È qualcuno che ha cura di te e tu hai cura di te stessa.”  Vuole lasciar loro l’idea di costruirsi la propria vita in quanto persone. “È importante viversi il viaggio nella propria vita, scegliere di chiedere aiuto”. La violenza è trasversale, può essere agita da chiunque indipendentemente dalla cultura. Può capitare a qualsiasi donna di essere vittima di violenza. Le storie di violenza hanno tutte le stesse caratteristiche, conoscere aiuta a eliminare il pregiudizio sulle donne che sono vittime di violenza. Voler controllare le parole è il segnale di un rapporto sbagliato. Quando non c’è spazio di ascolto, quello è il primo approccio di violenza. Un altro tipo di violenza di cui si parla poco è la violenza economica, di cui le donne ne sono vittime anche a livello sociale con la disparità salariale. La scelta economica può favorire la libertà, ma non tutte le donne hanno accesso a un conto corrente, o a un bancomat, anche quando viene detto loro, dai rispettivi partner, di non lavorare e mettere al mondo dei figli. Ritiene sia importante l’instaurazione di un reddito di libertà, il quale è presente già in alcune regioni.

Nel 2015 è stata invitata da “Specchio Orizzonti”, una redazione di Padova che si occupa di rieducazione nel carcere di Padova e dà ai carcerati la possibilità di avere un momento di incontro, di scrittura per riconnettersi col mondo e col prossimo. Si tratta della creazione di un progetto di legalità che apre orizzonti a detenuti, anche giovani e in forma online in seguito all’insorgenza della pandemia da covid, in collaborazione con Ornella Favero, dove c’è uno scambio di emozioni anche con le vittime. Mantenere una distanza fisica è fondamentale nelle relazioni. Ci deve essere un confronto vero, sincero ed emotivo per provare a trasmettere ai ragazzi un po’ di legalità. Questa parte della società si vuole tenere nascosta, ma è importante che ci sia un interscambio tra vittima e carnefice, di modo che anche chi ha commesso il reato possa capire come ci si sente invece nel subirlo.

Lucia Annibali saluta il suo caloroso pubblico dicendo loro” È importante ci sia la capacità di restare se stesse nei vari luoghi in cui ci si trova e non far stabilire agli altri quanto si vale.”

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