Fu un errore umano a determinare lo schianto dell’elicottero ad Apricena. Le conclusioni della relazione dell’ANSV.

L’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (ANSV) ha pubblicato, la relazione finale d’inchiesta relativa all’incidente occorso il 5 novembre 2022, in località Apricena (FG), all’elicottero A109E marche, codice di identificazione I-PIKI.

Sette furono le vittime. A bordo dell’elicottero c’erano Maurizio De Girolamo, di 64 anni, medico del 118 che stava rientrando a casa dopo il turno di lavoro alle Tremiti, i piloti Luigi Ippolito e Andrea Nardelli e i turisti sloveni Bostjan Rigler, di 54 anni, Jon Rigler di 44, MatejaCurk Rigler, di 44, e la piccola Liza Rigler, di appena 13 anni

L’inchiesta di sicurezza mira unicamente ad accertare le cause di un incidente/inconveniente grave, al fine di evitarne il ripetersi; ha quindi una finalità esclusivamente di prevenzione, non di individuazione di eventuali responsabilità.

Riportiamo di seguito la ricostruzione dell’incidente come si legge nella relazione dell’ANSV.

La ricostruzione del volo

L’elicottero, che era decollato dall’elisuperficie San Domino, isole Tremiti, con destinazione l’Eliporto di Foggia per effettuare un volo schedulato con 5 passeggeri e 2 membri di equipaggio, impattava il promontorio del Gargano causando il decesso degli occupanti e l’aeromobile andava distrutto.

La determinazione delle cause sull’incidente è stata inficiata dall’assenza di registratori di volo utili alla ricostruzione dettagliata dell’evento, in quanto non previsti come obbligatori, sul tipo di elicottero in questione, dalla normativa applicabile“.

Le cause dell’incidente

Nella relazione si legge:”Tuttavia, nei limiti delle evidenze acquisite, si ritiene che l’incidente sia stato causato da un impatto con il terreno in volo controllato (CFIT) in seguito ad un ingresso involontario in condizioni meteorologiche di volo strumentale (inadvertent IMC) senza l’applicazione tempestiva di azioni correttive. Ciò avrebbe impedito all’equipaggio di mantenere la necessaria separazione dagli ostacoli”.

Il termine tecnico volo controllato contro il suolo indicato con la sigla CFIT (Controlled Flight Into Terrain), descrive un incidente aereo nel quale un aeromobile viene involontariamente fatto impattare col terreno, con il mare, sul dorso di una montagna oppure contro un qualsiasi ostacolo, mentre si trova sotto il controllo del pilota. Esiste anche l’acronimo UFIT, dall’inglese Uncontrolled Flight Into Terrain, che si riferisce invece ad un incidente nel quale un aeromobile impatta col terreno mentre non è sotto il controllo dell’equipaggio, ad esempio per guasto meccanico o per cedimento strutturale.

In tale contesto – si legge nella relazione –parrebbero aver contribuito sia la confidenza derivante dalla conoscenza del territorio sorvolato, per via della quale l’equipaggio potrebbe non aver tenuto in debito conto un possibile scarroccio dovuto alla componente trasversale del vento, sia l’assenza del TAWS (Terrain Avoidance Warning System) a bordo dell’elicottero in relazione alla possibilità di mitigare il rischio di un CFIT .

Le raccomandazioni di sicurezza emesse

A conclusione dell’inchiesta di sicurezza, l’ANSV ha emanato, a fini di prevenzione, 3 raccomandazioni di sicurezza, mirate a rimuovere alcune delle criticità emerse.

Una raccomandazione di sicurezza consiste in una proposta formulata dall’autorità investigativa per la sicurezza dell’aviazione civile (in Italia, appunto, l’ANSV) sulla base dei dati emersi nel corso di una inchiesta di sicurezza, ai fini della prevenzione di incidenti aerei.

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