L’11 settembre la mattina che cambió il mondo

L’11 settembre 2001 iniziò come una mattina qualunque.

Un sole splendente rifletteva sulle finestre dei grattacieli di New York, la gente animava le strade, c’è chi correva in metropolitana, chi beveva caffè al volo per iniziare la giornata, chi era in ritardo, insomma, una città super movimentata . Era un martedì come tanti altri, o almeno così sembrava fino alle 8:45.
Ore 8:46 del mattino, l’inizio della tragedia
Il primo aereo, il volo American Airlines 11, si schiantò contro la Torre Nord del World Trade
Center alle 8:46
, trasformando l’azzurro cielo di New York in una nuvola di polveri tossiche. Le fiamme avvolsero la torre e il fumo nero coprì quel sole splendente. Nelle strade sottostanti, il caos prese il sopravvento. Gli occhi increduli dei passanti si fissarono in alto, mentre un silenzio surreale invase la città. Ma la realtà sarebbe presto diventata ancora più crudele.
Quel che nessuno sapeva, è che in quella stessa mattinata, altri tre aerei furono dirottati e alle 9:03, circa un quarto d’ora dopo del primo schianto, il secondo aereo, United Airlines 175, si schiantò contro la Torre Sud. Le immagini vennero trasmesse in diretta, il mondo intero si fermò ad osservare il momento in cui la nazione più potente al mondo, l’America, per la prima volta dopo decenni, era sotto attacco.
In quei minuti eterni, chi era intrappolato nelle torri tentava l’impossibile. Uomini e donne affollavano le scale, respirando fumo e terrore, cercando una via di fuga che diventava sempre più stretta. Altri, disperati, si aggrappavano alle finestre. Alcuni, nella totale disperazione, nel gesto più tragico di tutti, si gettarono nel vuoto.
Le immagini di quella mattina si cristallizzarono nella memoria collettiva: la pioggia di carta e detriti, il fumo nero che oscurava il cielo, i pompieri che correvano verso la morte con coraggio sovrumano… ed infine la polvere, quella polvere che ricoprì tutto, persone, strade e sogni. Mezz’ora dopo il secondo attentato, esattamente alle 9:59, la Torre Sud crollò su se stessa e dopo altri 29 minuti, anche la Torre Nord seguì lo stesso destino. Due simboli della potenza economica e dell’ambizione umana durati mezzo secolo, trasformati in macerie in meno di due ore.
Nel frattempo, gli altri due aerei erano diretti altrove. Il terzo puntò al Pentagono, a Washington D.C., mentre un quarto, diretto probabilmente verso la Casa Bianca, precipitò in un campo della Pennsylvania, grazie al sacrificio di passeggeri che, nel disperato tentativo di riprendere il controllo, evitarono un ulteriore massacro.
Il ricordo dell’11 settembre 2001, quel che ha lasciato e a cosa ha portato.

L’11 settembre 2001 divenne l’11 settembre di tutti.

Ricordo ancora oggi, quella mattina di 23 anni fa, ero a casa, prima dell’inizio dell’anno scolastico. Quelle immagini tremende in TV, nonostante l’età, le ricordo come fossero ieri.
Si contarono quasi 3.000 vite spezzate in un attacco così violento da scuotere le fondamenta dell’intera civiltà occidentale. Le lacrime scorrevano insieme alla rabbia, una rabbia che avrebbe cambiato per sempre il corso della storia. Un attentato mai visto prima, tanto che portò alla Dichiarazione di Roma del 28 maggio 2002, a Pratica di Mare, che portò alla nascita del Consiglio NATO-Russia.
Questo evento segnò un importante passo verso la cooperazione tra NATO e Russia, soprattutto per affrontare insieme le sfide globali come il terrorismo, dopo l’11 settembre. La stretta di mano tra George W. Bush e Vladimir Putin, coinvolse anche il premier italiano Silvio Berlusconi, un gesto che simboleggiò il tentativo di superare le vecchie rivalità della Guerra Fredda, aprendo una nuova
fase di dialogo e collaborazione sulla sicurezza globale.
La mattina dell’11 settembre 2001 non è più solo una pagina di storia, è una ferita aperta, un simbolo eterno di come, in un istante, tutto possa cambiare.

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