“Food for Gaza”: 40 tonnellate di aiuti alimentari sono decollati da Brindisi. Nella Striscia si continua a morire. Chi fermerà Netanyahu?

Lo scorso 27 novembre é partito dalla Base Onu-WFP (World Food Program) di Brindisi con destinazione Amman il secondo volo umanitario organizzato dall’Italia nell’ambito dell’iniziativa “Food for Gaza”.

Il volo ha trasferito 20 tonnellate di aiuti alimentari donati da Coldiretti e Confagricoltura e 20 tonnellate di aiuti sanitari donati da Croce Rossa.

Si é trattato del secondo volo umanitario organizzato dall’Italia – come riportato in una nota del Governo italiano – dopo quello effettuato lo scorso 17 luglio, decollato sempre dalla Base WFP di Brindisi e ugualmente diretto ad Amman. Da qui gli aiuti alimentari sono affidati in Giordania alla “Jordan Hashemite Charity Organization” (JHCO) che ne cura il successivo ingresso a Gaza, via terra – se il governo israeliano ne consentirà l’ingresso.

Soddisfazione per questo invio é stata espressa dal ministro degli Esteri Antonio Tajani: “Il Governo continua a dimostrare il proprio impegno concreto rispetto alla situazione umanitaria nella Striscia”.

Una notizia che ha avuto pochissima eco sulla stampa nazionale, mentre iniziative umanitarie analoghe, in altre occasioni, hanno avuto ben altra visibilità su stampa e televisione.

Il conflitto israelo-palestinese sembra provocare imbarazzo al Governo italiano anche quando si tratta dell’invio di aiuti umanitari!

La scorsa settimana abbiamo ascoltato commenti molto diversi dagli esponenti del nostro Governo circa il mandato di cattura emesso dalla Corte penale internazionale (Icc) dell’Aia nei confronti di Netanyahu e Gallant.

Salvini ha dichiarato che “Netanyahu sarebbe il benvenuto in Italia“, mentre per il ministro CrosettoNetanyahu in Italia verrebbe arrestato, in quanto gli Stati UE sono vincolati ad attuare la decisione della Corte”; Tajani e Meloni, salomonicamente, restano in attesa delle motivazioni dell’Alta Corte.

Come se le accuse non fossero già sufficientemente chiare!

Il primo ministro israeliano e il suo ex ministro della Difesa sono stati accusati “di crimini di guerra e contro l’umanità” per quanto commesso dal Governo di Israele nella Striscia dopo il 7 ottobre 2023.

Sono stati ritenuti responsabili di aver affamato la popolazione civile palestinese come metodo di guerra, di aver causato intenzionalmente “grandi sofferenze, gravi lesioni al corpo o alla salute o trattamenti crudeli”, di “dirigere intenzionalmente attacchi contro una popolazione civile“.

Secondo la Corte, il premier e l’ex ministro della Difesa – silurato da Netanyahu a inizio novembre perché voleva imporre la coscrizione militare anche agli ebrei ultraortodossi – avrebbero potuto prevenire o evitare che venissero commessi crimini, ma non lo hanno fatto.

Ricordiamo che l’Alta Corte ha contestualmente incriminato tre dei massimi leader di Hamas, Yahya Sinwar, Mohammed Deif e Ismail Haniyeh, per l’attacco del 7 ottobre 2023 – i tre leader sono stati uccisi dall’esercito israeliano ma il Tribunale ha comunque emesso il mandato d’arresto perché non é in grado di verificarne la morte.

L’alta Corta dell’ Aja ha certificato con la sua sentenza ciò che la politica – non solo italiana – ha preferito ignorare: a Gaza si é compiuto (e si continua a compiere) un crimine contro l’umanità che la Comunità internazionale ha finto di non vedere, e continua a non vedere.

Coloro che hanno sofferto il turpe tentativo di cancellare il proprio popolo dalla Terra sanno che non si può negare a un altro popolo il diritto a uno Stato” aveva detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione e della Giornata della Memoria 2024.

I bombardamenti israeliani nella Striscia continuano, con la tragica scia di sangue e la mattanza di bambini.

Quando e soprattutto Chi fermerà la mano omicida di Netanyahu e del suo Governo?

Una domanda ancora senza risposta e che non sembra, al momento, averne!

É un disonore che sento pesarmi addosso, per contiguità a chi perpetra quella mattanza di innocenti” scrive Gad Lerner nel suo libro Gaza (ed. Feltrinelli).

Un disonore da estendere all’intera comunità internazionale!

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