“In sole tre settimane abbiamo raggiunto mezzo milione di firme digitali, il numero previsto dalla Costituzione per promuovere il referendum abrogativo dell’Autonomia differenziata. Un risultato davvero straordinario, e per certi versi inaspettato per la sua rapiditĂ , peraltro conseguito in pieno agosto, un mese per nulla favorevole a questo genere di iniziative“. Lo ha reso noto il Comitato referendario per l’abrogazione della legge sulla autonomia differenziata.
Alle firme on line vanno sommate le migliaia di altre firme raccolte nelle centinaia di banchetti organizzati sul territorio.
Intanto anche le Regioni si mobilitano: Sardegna e Toscana, dopo la Puglia hanno impugnato la legge bandiera della Lega sull’autonomia differenziata, approvata il 19 giugno scorso alla Camera. La regione Sardegna guidata dalla pentastellata Alessandra Todde ha varato lo scorso mercoledì, 21 agosto la delibera con cui chiede l’annullamento totale o parziale della legge del Governo alla Corte Costituzionale. Anche la Toscana ha avviato proprio in queste ore una analoga richiesta.
La motivazione di queste azioni avviate dalle regioni è – secondo i proponenti – nella Costituzione (art.116 comma 3) che prevede la possibilitĂ che siano attribuite «ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia» alle Regioni a statuto ordinario, e non certo la possibilitĂ , prevista dalla legge Calderoli, del trasferimento di tutte le funzioni concernenti tutte le ventitrĂ© materie contemplate dall’art. 117 Cost.. In questo modo si realizzerebbe una palese violazione dei princìpi fondamentali di unitĂ e indivisibilitĂ della Repubblica.
Tale violazione ha inevitabili ropercussioni sui princìpi supremi di eguaglianza tra i cittadini nell’esercizio dei diritti e nell’assolvimento dei doveri fondamentali. Inoltre, la concessione di maggiori spazi di autonomia, per come realizzata, determinerebbe l’erosione delle risorse che lo Stato impiega per finanziare il fondo perequativo per le Regioni con minori capacità di spesa, impedendo così di finanziare specifici interventi di sviluppo economico e coesione sociale per contrastare gli svantaggi tra territori.
“C’è un corposo lavoro di approfondimento e studio alla base di questo percorso che si avvale della competenza e autorevolezza in materia del prof. Luciani” – ha ricordato Michele Emiliano nel presentare la decisione della Regione Puglia di impugnare la legge Calderoli direttamente dinanzi alla Corte Costituzionale. “Questa iniziativa nasce con lo spirito di tutelare i cittadini italiani e l’unitĂ stessa del nostro Paese nel rispetto dei principi sanciti dai nostri padri costituenti. Quindi tale impugnativa si affianca alle iniziative referendarie, seguendo un percorso parallelo che va nella stessa direzione ed offrendo una strada in piĂą dinanzi alla Corte costituzionale per contrastare gli effetti di squilibrio dell’assetto economico-finanziario delle Regioni e la violazione delle competenze regionali attribuite dalla Costituzione”.