La decisione dell’artista Felice Limosani di rinunciare all’opera “Cuori Pulsanti” é commentata da Pippo Cavaliere con un comunicato in cui esprime amarezza e al tempo stesso comprensione per le motivazioni che hanno determinato la scelta dell’artista.
“Abbiamo perso una grande occasione per fare qualcosa di buono per la nostra Città” dice Pippo Cavaliere pur nella consapevolezza che “l’arte ha il potere di dividere e unire“.
Queste le parole di Pippo Cavaliere:
“Esprimo profonda amarezza per la decisione di Felice Limosani, nostro illustre concittadino stimato ed apprezzato a livello mondiale, di rinunciare all’iniziativa “Cuori pulsanti”, ma ne comprendo a fondo le motivazioni.
L’arte ha il potere di dividere e unire, è sempre stato così e lo è stato anche in questo caso.
La critica ed il confronto, quando costruttivi e genuini, sono di fondamentale importanza, a maggior ragione quando si dibatte sull’arte, sulla sua funzione e sugli effetti da essa esplicati. In questa circostanza c’era poi la proiezione “Giubileo”, che conferiva all’iniziativa una valenza di grande spessore.
La mia non vuole essere polemica, ma chiedo a chi, legittimamente, ha espresso contrarietà, per differenti ragioni, all’ideazione Limosani:
il “Cretto” di Burri a Gibellina è una colata di cemento o un’opera artistica universale? E l’installazione di Bartolini, che ci ha appresentato al Padiglione Italia della Biennale di Venezia, è arte o un’inutile e banale impalcatura di tubi innocenti? La piramide nel cuore del Louvre è un’idea geniale o un inaccettabile miscuglio di storie e di culture distanti tra di loro anni luce?
Ma c’è un aspetto che è stato oggetto di critica e che, dal mio modesto punto di vista, era invece molto qualificante: la circostanza che alcuni operatori economici, resisi disponibili a supportare l’iniziativa dell’artista, avessero deciso di non figurare, in quanto una donazione o beneficenza che sia, si fa in silenzio, il resto rientra nell’arte dell’apparire e dell’ostentazione, il resto è “palcoscenico“. Questa decisione era stata da loro assunta sin dal novembre 2019, quando per la prima volta, alla presenza dell’artista, valutammo questo tipo di iniziativa; ma poi, causa covid, il tutto fu rimandato a tempi migliori.
Ora la contestazione in merito alla “donazione silenziosa” perchè in un comune sciolto per mafia si deve conoscere la provenienza della donazione, è inconferente e del tutto inappropriata e fuori luogo.
Inconferente perché il comune non riceve alcuna donazione da soggetti sconosciuti, ma esclusivamente dalla Felice Limosani Società Benefit; è infatti quest’ultima a realizzare l’opera e donarla alla Città, grazie ad una raccolta di fondi di cui si assume la responsabilità.
Inappropriata in quanto si vorrebbe appurare se l’artista, conosciuto ed apprezzato a livello mondiale, ha impiegato danaro di chissà quale provenienza.
Siamo al grottesco!
Una contestazione che da sola, nel modo in cui è stata espressa, potrebbe arrecare nocumento all’immagine dello stesso artista. E poi la sola presenza della Fondazione dei Monti Uniti e del suo stimatissimo presidente, autori di tante e preziose donazioni alla Città di Foggia, avrebbe dovuto indurre gli astiosi ad assumere atteggiamenti più prudenti.
Devo infine ricordare che la raccolta fondi da parte della Felice Limosani Società Benefit sarebbe comunque passata al vaglio della normativa antiriciclaggio, per la buona pace di tutti.
Dai contestatori non è pervenuto nemmeno un grazie, seppure generico, a chi, ingenuamente, intendeva donare qualcosa alla propria Città, un gruppo costituito da professionisti, soggetti che nel passato hanno ricoperto cariche istituzionali con onore e grande competenza, da operatori economici del mondo agricolo, del commercio, dell’imprenditoria, e nessuno di loro avente rapporti con il comune.
A costoro il mio più sentito apprezzamento e la stima per aver pensato ad una “donazione silenziosa”.
Per quanto riguarda infine la valutazione dell’opera sul piano squisitamente artistico, ho trovato illuminante l’idea dell’amministrazione comunale di avvalersi del parere di un comitato scientifico altamente qualificato, super partes, che avrebbe visto la presenza di un esponente del Ministero dei Beni Culturali, un comitato chiamato ad esprimersi anche sulla collocazione dell’opera. Ad un pool di esperti quindi la decisione, il tutto prima di portare la questione all’attenzione del consiglio comunale. Un’impostazione all’insegna del buon senso e della trasparenza.
Devo infine precisare che il Comune di Foggia non è mai stato coinvolto nella raccolta fondi, come erroneamente lasciato intendere da un organo d’informazione, ma ne è venuto a conoscenza solo a raccolta completata.
In conclusione, a mio modesto parere, abbiamo perso una grande occasione per fare qualcosa di buono per la nostra Città, su impulso di un nostro illustre concittadino e di un gruppo di “ingenui” benefattori.
Pippo Cavaliere