Il nostro “telefono”, indispensabile apparecchio che portiamo sempre con noi, hard disk esterno del nostro cervello, procacciatore di ricordi formato JPG attivo H 24, quanto ha inciso sul nostro rapporto con gli altri? Moltissimo. Ma forse la domanda meno scontata e più rilevante è quanto abbia inciso sul nostro rapporto con noi stessi. Una porta sempre aperta sulle vite degli altri certo, due tocchi e mi ritrovo a casa di Kim Kardashan e la sento parlare e mi sembra di conoscerla. Ma non solo questo. Non solo informazione, lo smartphone non placa semplicemente la sete di curiosità ma anche quella di connessione. Oggi possiamo connetterci con chi vogliamo, in ogni momento: il potente strumento che portiamo sempre con noi è riuscito a piegare le barriere spazio temporali. Ha creato opportunità incredibili, accorciato distanze, ci ha messo a disposizione una marcia in più da sfruttare per raggiungere velocemente luoghi, persone e informazioni. L’indubbio potenziale positivo di quest’ormai indispensabile tecnologia non è messo in discussione. Ma come ogni tecnologia foriera di grandi promesse, ha portato con sé anche conseguenze inaspettate. Ci ha messo nei guai. Nel rapporto con gli altri e nel rapporto con noi stessi. Non sarete mai più soli. Probabilmente è questa la promessa più rassicurante che ci ha fatto il nostro smartphone. Ed è stata proprio questa promessa a giocare un ruolo fondamentale nel cambiamento della nostra mentalità. Solitudine. Una condizione umana temuta e allontanata e che con il telefono in mano sembra fare meno paura. Perché nel momento in cui le persone sono sole, anche solo per qualche secondo, diventano ansiose, irrequiete e vanno in cerca di un dispositivo. Basta pensare alle persone in fila alla cassa o a un semaforo rosso. Essere soli è percepito come un problema che va risolto. E così si cerca di risolverlo con la connessione. Ma qui, la connessione è più un sintomo che una cura. La connessione costante sta cambiando il modo in cui la gente pensa a sé stessa. Sta dando forma a un nuovo modo di essere.
Lo smartphone ci ha isolato
