
Le centinaia di manifestazioni diffuse per le province italiane testimoniano che negli ultimi tempi lo spettacolo di strada ha avuto sul territorio nazionale una grande diffusione.
Solo recentemente è stata riconosciuta l’importanza dello spettacolo di strada che ha come fondamento la riconquista sociale degli spazi urbani, dei centri storici, delle isole pedonali, da parte delle comunità.
Le amministrazioni pubbliche e numerosi enti hanno investito con profitto nelle manifestazioni di questo tipo per riscoprire la dimensione della comunicazione sociale diretta, per ripopolare i borghi e rianimare le piazze, i quartieri, i vicoli ed i cortili.
Questo lavoro, quindi, desidera essere uno strumento che permette di orientarsi in un settore molto affascinante ma nello stesso tempo scarsamente divulgato e poco apprezzato specie in Italia e cerca di offrire una panoramica per cominciare a conoscere l’affascinante mondo degli artisti di strada.
Gli artisti di strada o i cosiddetti buskers (ossia chi si “busca” il pane intrattenendo il pubblico per la pubblica via), hanno origini antichissime.
Si dice che i primi giocolieri siano comparsi nell’antico Egitto e che fossero ingaggiati nei mercati per attirare l’attenzione dei passanti sui banchetti di vasellame esibendosi in volteggi di piatti e coppe.
Il mestiere degli artisti di strada ha sempre avuto bisogno di pochi ma essenziali ingredienti.
La scenografia è data dalla città, dalla piazza, dalla via, ossia qualsiasi spazio urbano.

Gli strumenti scenici sono spartani e ridotti al minimo: un costume, un cappello e una maschera.
Gli spettatori sono in continuo divenire, perché passanti e curiosi arrivano, si fermano e partono senza soluzione di continuità.
Il repertorio è il più vario e lascia spazio all’improvvisazione del momento pur non essendo improvvisato, deve adattarsi alle persone e all’atmosfera.
Gli artisti di strada devono attirare l’attenzione dei passanti, devono creare curiosità e aspettative sufficienti in modo tale da poterli distogliere dalle loro occupazioni.

Importante è “fare cerchio”, ossia creare nel pubblico curiosità e aspettativa “legandolo” alla rappresentazione fino alla fine.
Il mestiere di fare cappello per strada mantiene, nonostante l’età, quel carattere di fresca immediatezza.
Qualunque artista di strada sa che è indispensabile, per il buon funzionamento di uno spettacolo, una fase preliminare, di preparazione o meglio di “creazione del cerchio”.
È un momento preparatorio ma estremamente qualificante per la riuscita dello spettacolo.
Uno spettacolo da strada si basa sulla creazione di un filo diretto con gli spettatori senza che questi calino l’attenzione. Questo è ancora più vero se identifichiamo lo spettacolo nella sua forma pura, con quello a cappello, dove l’avvicinarsi della conclusione indica il momento di “fare cappello”, momento fino al quale è assolutamente indispensabile che l’artista di strada trattenga il pubblico per essere pagato.

Lo spettacolo di strada parte da un “testo aperto” in modo tale da consentire spazi per l’inserimento di pezzi di improvvisazione e di inclusione per poi arrivare al vero e proprio repertorio che include battute, gag, tecniche.
Lo spettacolo di strada non è mai improvvisato, ha sempre una struttura preordinata, ma la capacità di adeguarlo alla situazione genera l’impressione che l’improvvisazione prevale su ciò che è studiato, previsto.
Probabilmente, la vera essenza dello spettacolo di strada sta in una natura composita e nell’interazione di eventi molto diversi al momento dello spettacolo, ma sapientemente miscelati dall’artista in un’alchimia che genera un evento unico.