‘- Provare nuove esperienze può essere suggestivo e alimentare nuove emozioni.
– A volte per ritrovare la serenità, basta una passeggiata fuori dal mondo.
– Immergersi tra storia e natura non può fare altro che bene’.
Queste tre frasi rappresentano appieno il luogo di cui vi parlerò oggi.
Ci sono posti che ti portano in un viaggio unico nel tempo, tra rovine antiche, panorami mozzafiato e leggende millenarie.
Oggi ci troviamo tra Apricena e San Nicandro Garganico per andare alla scoperta di Castel Pagano.
Piccola premessa: se partite da San Nicandro Garganico, per la strada, oltre allo spettacolo di colori della vegetazione presente, troviamo la dolina carsica di Pozzatina, attualmente la più grande d’Europa.
Il percorso.
Una volta arrivati in zona, Maps non vi indicherà esattamente come arrivare al castello, dovrete essere voi in questa caccia al tesoro, a cercare questo tesoro nascosto del Gargano. Il navigatore vi condurrà fino ad una vecchia segnaletica in pietra (poco visibile) e un tratturo sterrato che vi porterà fino ad un cancelletto in legno. Potete passare da lì o se siete a piedi, dalla porticina laterale, l’importante è richiuderlo per il rispetto degli allevatori presenti. Questo gesto – voglio spiegarlo ai tanti – non è un’occupazione o prepotenza da parte loro, ma semplicemente questi cancelli servono a non fare scappare il bestiame, non ad indicare un confine, anzi, rappresentano l’inizio di un viaggio tra natura e storia.
Superato il cancelletto, vi troverete a percorrere questo sentiero a “serpentone” che vi porterà fino in cima. Terminata la salita, avrete davanti ai vostri occhi un panorama mozzafiato con i ruderi del castello e lo sfondo che va dal Tavoliere delle Puglie fino ai monti del Molise che vi lascerà a bocca aperta. Un ritorno al medievale, in un attimo sarete catapultati nel periodo in cui Federico II varcava i suoi passi su questa piccola terra durante le sue battute di caccia. Giunti qui, raggiungere il rudere non è difficile, bisogna proseguire per il percorso e, se siete fortunati, sarete circondati dai nostri amici animali, come mucche e cavalli.
Ora non resta che munirvi di scarpe e zainetto oppure di mountain bike, motocross o quel che più preferite e vivere questo viaggio nel tempo.
La storia: le origini incerte, Federico II e i briganti
La Rocca di Castelpagano ha origini incerte, molto probabilmente risalgono al IX secolo. Nell’XI secolo sotto la signoria del normanno conte Enrico, passò attraverso varie dominazioni, tra cui quella di Rainulfo Drengot e Ruggero di Rignano. Nel 1137 cadde nelle mani dell’imperatore Lotario III, convocato da Papa Innocenzio II per spodestare Ruggero di Rignano e, dopo una sanguinosa battaglia, ci riuscì.
Il periodo più florido è senza dubbio quello in cui Federico II di Svevia arrivò in zona, restaurando in primis il castello che divenne un avamposto strategico durante il suo regno. Qui fece una delle sue residenze di caccia e collocò una guarnigione saracena, da cui deriverebbe il nome “Castel Pagano”. Nei secoli successivi, il castello fu donato da re a re per diritto regio, fino al XVII Secolo, dove il borgo fu progressivamente abbandonato a causa della scarsità d’acqua per spostarsi verso la vicina Apricena. Fu anche soggetto a saccheggi da parte di briganti e pastori che rubavano le pietre del castello per costruirsi dei rifugi più sicuri nella sottostante Valle di Sant’Anna, ancora oggi avvolta da segreti e leggende. Questa valle vi accompagnerà fino al castello, piena di grotte nascoste, anch’esse utilizzate come rifugi.
Eh si, non era una vita così semplice, bisognava sempre essere pronto alle avversità meteorologiche, a “morire di fame”, ai saccheggi e non solo. A testimonianza dei racconti e delle leggende, ci sono le recenti ricerche in zona, dove sono stati rinvenuti reperti e resti umani che hanno dato conferma dell’antica presenza di un cimitero e di insediamenti di civiltà medievale e post-medievale.
Aspettate! Non c’è solo la natura, non c’è solo la storia, ma anche delle leggende che aumentano ancor di più il fascino di questo luogo.
Le leggende di Castel Pagano: apparizioni, tesori nascosti e il principe saraceno.
Tante delle leggende garganiche raccontano delle apparizioni dell’Arcangelo Michele… e Castel Pagano non fa eccezione!
Storia, religione e leggenda si fondono in questo luogo – così diverso, così fuori dal mondo – come nell’apparizione della Madonna al neonato cieco o la “processione” del fantasma nelle notti di luna piena.
La leggenda più intrigante, anche per via dei ritrovamenti, è la storia del principe saraceno Mohan, signore di Castelpagano, che si innamora perdutamente di una principessa cristiana, di nome Dolcebruna, che vive sul monte adiacente, il Monte della Donna. Il loro amore è ostacolato sia dalla differenza religiosa, sia dalla valle impervia e pericolosa che li separa. Per ottenere la mano della principessa, i genitori di lei chiedono a Mohan di costruire un ponte di cuoio e pelli di animali che unisca le loro due rocche. Questa leggenda ha due versioni, quella drammatica (più conosciuta) e quella a lieto fine, quasi sconosciuta.
Nella prima versione, il principe Mohan tenta l’impossibile. Sacrifica animali e abbatte foreste per costruire il ponte, ma si trova ad affrontare la realtà della complessità dell’opera e si arrende, lasciandola incompleta. Visto il fallimento, viene abbandonato anche dal suo popolo e, spinto dall’ossessione dovuta alla fatica disumana nel completare il ponte, impazzisce e si lascia morire con lo squardo rivolto al Monte della Donna, dove viveva la sua amata.
Nella seconda versione, quella del “…e vissero tutti felici e contenti” Mohan riesce a completare il ponte, ad attraversare la valle per raggiungere la principessa Dolcebruna e portarla trionfante nel suo castello, dove il popolo festeggia la loro unione. Una leggenda che mescola appieno il sentimento dell’amore a quello del sacrificio.
Quel che rende unica e particolare questa leggenda, è che sul Monte della Donna non vi è alcun castello. Tuttavia, può esserci un fondo di verità perchè prima di raggiungere il monte, si trova una piana rialzata chiamata Volta Pianezza, dove apparentemente non si vede nulla.
Da scavi e ricerche recenti su quel ripiano, è stata accertata la presenza di una vecchia torre di avvistamento semicircolare, ormai in rovina, di cui oggi è visibile solo il perimetro murario.
Castel Pagano non è solo un luogo da visitare, non è solo una passeggiata tra rovine antiche, ma un vero e proprio viaggio nel tempo.
Mentre cammini lungo il sentiero incontaminato, puoi sentire il soffio del vento che porta con sé il profumo delle erbe selvatiche e il suono lontano degli animali al pascolo. Il rudere del castello si erge come un guardiano silenzioso che osserva il territorio che lo circonda, come a proteggerlo.
Che tu sia in cerca di storia, natura o leggende misteriose, questo angolo nascosto del Gargano è da scoprire. Noi te lo abbiamo raccontato, ora tocca a te: sei pronto a viaggiare nel tempo?