L’Europa non c’è più. La pace in Ucraina sarà una questione tra Trump e Putin.

L’Europa non c’è più.

Forse non c’è mai stata per come l’avevano pensata i padri fondatori nello scorso secolo all’indomani del secondo conflitto mondiale. Ciò che sta accadendo in questi giorni certifica l’incapacità del vecchio Continente di poter svolgere un qualsiasi ruolo nel processo di pace che la nuova amministrazione americana ha avviato sia sul fonte russo-ucraino che quello mediorientale.

La risoluzione del conflitto russo-ucraino ha preso la strada di Riad e sarà una questione tra Stati Uniti e Russia, anzi tra Trump e Putin.

L’Europa non avrà alcuna voce in capitolo e forse neanche l’Ucraina sarà chiamata a sedersi a quel tavolo.

D’altra parte, in tutti questi lunghi mesi di guerra – il 24 febbraio saranno trascorsi tre anni dal giorno dell’invasione – l’Europa non ha mai ha saputo avviare alcuna trattativa di pace, alcun tavolo di confronto indirizzato alla soluzione del conflitto in atto. I pochi politici o intellettuali che chiedevano all’Europa di farsi parte attiva per le trattative di pace, venivano quasi derisi e inesorabilmente bollati come “filoputiniani“. Certo il sostegno militare dell’Europa all’Ucraina era dovuto e necessario ma il silenzio sul versante della ricerca della pace é stato un tradimento dello spirito fondativo dell’Unione.

Solo ora le coscienze europee si risvegliano e si accorgono che il conflitto russo-ucraino si é protratto per troppo tempo con una scia di morti e distruzione i cui effetti si protrarranno per i prossimi decenni. In tre anni nessun tentativo di mediazione, nessun tentativo di ricomposizione del conflitto.

Anche il vertice di Parigi convocato in tutta fretta da Macron suggella l’incapacità dell’Europa di parlare con una unica voce. Il vecchio Continente si muove sempre a rimorchio delle altrui posizioni, in costante ritardo, e mentre a Riad si parla di fine della guerra a Parigi si é litigato sull’aumento delle spese militari. Guai a parlare di difesa comune che peraltro consentirebbe un notevole risparmio economico ai singoli Stati, ci penseremo quando Trump avrà definitivamente abbandonato l’Europa al suo destino, ma quel domani é già oggi.

Trump e Putin vogliono ottimizzare al massimo le opportunità che le trattative di pace offrono loro: annessione di nuovi territori, miniere di terre rare da sfruttare, nuovi equilibri geopolitici da delineare.

Le lacrime che il Presidente della Conferenza di Monaco Christoph Heusgen non è riuscito a trattenere alla chiusura dell’evento della scorsa settimana nella città tedesca sembrano indirizzate al destino del vecchio Continente.

I nostri valori non sono più condivisi“, aveva commentato con la voce rotta dalla commozione Heusgen in risposta al discorso del vicepresidente statunitense J.D. Vance che aveva attaccato duramente le istituzioni europee su diversi fronti: l’immigrazione, la libertà di parola e l’esclusione dell’estrema destra dalla scena politica.

Valori non più condivisi tra Europa e nuova amministrazione americana e forse anche all’interno dell’Unione.

Lacrime di coccodrillo verrebbe da dire.

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