La Foggia ultras non sarà presente domenica al Viviani

Con un comunicato diffuso oggi sui social le Curve rossonere fanno sapere che in occasione di Sorrento – Foggia non saranno presenti sugli spalti dello stadio di Potenza, dove il 13 ottobre, nel dopo gara contro i rossoblù lucani, si è consumata la tragedia che ha strappato le giovani vite di Samuel, Michele e Gaetano, e ha ridotto a lottare in ospedale altri due giovanissimi ragazzi del tifo organizzato, Samuele e Matteo.
Troppo recente il lutto, troppo forte ancora il dolore per poter risalire, solo due settimane dopo, gli stessi gradoni discesi per l’ultima volta da quelli che ormai tutti riconoscono come “gli angeli rossoneri”.
Ancora una volta, ove mai ce ne fosse stato bisogno, i nostri ultras ci danno una lezione e ci indicano una strada, confermando la grande umanità e la sensibilità di questi ragazzi che tante volte hanno dimostrato sugli spalti e fuori, e di cui dovremmo essere tutti orgogliosi come tifosi rossoneri. “Preferiamo restare a sostegno delle famiglie e dei ragazzi che sono ancora in un letto di ospedale a lottare con la vita” si legge nel loro comunicato, dove si invita a seguire su questa scelta e a fare “quadrato intorno ai cinque figli della nostra città” tutta la nostra tifoseria.
Che dire, verrebbe provocatoriamente da scrivere che i “cosiddetti” cattivi hanno tanto da insegnare ai “falsi” buoni, per non dire dell’ipocrisia diffusa nelle alte sfere della FIGC e della Lega, pronti a portare attenzione al mondo ultras solo per reprimere, risultando insensibili non solo a rinviare Foggia – Catania, ma addirittura a concedere un minuto di silenzio a livello nazionale per ricordare chi ha perso la sua giovane vita per attestare la sua straordinaria passione per il calcio in generale e per la propria squadra del cuore in particolare.
La Lega non lo ha fatto, avendo il cinismo di fare differenze anche nella morte, ma a questa iniquità hanno sopperito tutte le tifoserie organizzate, dimostrando con cori e striscioni non solo la pressochè totale solidarietà di questo mondo verso quelli “come loro”, ma lasciandoci un chiaro messaggio: il calcio sarà anche importante, lo “show must go on”, ma talvolta i riflettori possono spegnersi perchè niente è più importante della vita.

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