Capitone SÌ o Capitone NO? Significato e storia del piatto tradizionale della Vigilia.

Concetta: Lucarie’, Lucarie’ !
Luca:        Ch’è stato?
Ninuccia: Se n’è scappato nu capitone pè tramente ‘o tagliàvemo!

Luca:       Nun sapevo che era…
Ninuccia: ‘Ma chella mammà p’ afferrà ‘o capitone ha tuzzato cu ‘a capa vicino ‘o fuculare.
Luca:       E s’è fatta male?
Pasquale: Voi vedete…
Tommasino:  Mammà, ve site fatta male? (e corre in soccorso alla madre)  Assèttate ccà.  Cunce’ tu cierti cose nun ‘e può  ffà cchiù. ‘O vuo’ capì ca tiene n’età? Te si’ fatta male assaiè?     Guardate ccà, se era la tempia, te ne andavi all’altro mondo.
Luca:   ‘O capitone addò se n’è scappato?
Concetta:  Miez’ ‘e gravune, sott’ ‘o foculare.
Luca: Vediamo si ‘o putimmo acchiappà.
Tommasino:  È caduta ‘a credenza!

Quante volte abbiamo riso in teatro o in televisione alla famosa scena della fuga del capitone descritta da Eduardo De Filippo nella celeberrima “Natale in casa Cupiello”.

Nelle case dei meridionali il capitone nel cenone della Vigilia non può mancare (o quasi).

Quando nasce la tradizione e il suo significato

Il capitone è tra le specialità ittiche più iconiche del menu natalizio e nasconde una simbologia che unisce sacro e profano, cultura popolare e tradizione cristiana. Il consumo di questo pesce si diffonde in epoca medievale e si fonda in particolare sulla somiglianza che ha con il serpente che per la chiesa cattolica rappresenta il male. Il serpente è l’animale tentatore che ha spinto Eva a cogliere la mela del peccato originale.

Mangiare il capitone la sera della Vigilia significa sconfiggere il maligno, nascere a nuova vita.

Il passato il “sacrificio del capitone” era prerogativa delle donne – anche nella commedia di Edoardo é Concetta la deputata all’uccisione del capitone – in una rappresentazione che comprende la donna e il serpente.

L’anguilla: il lungo viaggio della specie

Il Capitone é la femmina dell’anguilla.

Le anguille europee mostrano un marcato dimorfismo sessuale. La femmina (capitone) può raggiungere i 3 metri di lunghezza e pesare fino a 6 kg, anche se in genere le dimensioni si attestano intorno a 1 metro e 1 kg. I maschi, invece, restano molto più piccoli e raramente superano i 50 cm di lunghezza.
Il ciclo riproduttivo dell’anguilla è estremamente affascinante e rappresenta il motivo principale per cui la pesca di questa specie è strettamente regolamentata.

Le anguille nascono esclusivamente nelle profondità del Mar dei Sargassi, una zona dell’Oceano Atlantico priva di coste.

Le larve trasparenti e dalla forma di foglia, vengono trasportate dalle correnti oceaniche, come la Corrente del Golfo, verso le coste europee e asiatiche. Dopo aver percorso oltre 5000 km, in una lunga migrazione che può durare 2-3 anni, raggiungono il Mediterraneo o il Mare del Nord, trasformandosi in ceche (giovani anguille lunghe circa 50-60 mm) che nell acque salmastre degli estuari e dei laghi completano la fase successiva dello sviluppo.

Le anguille adulte, iniziano la lunga migrazione di ritorno al Mar dei Sargassi per riprodursi, un viaggio che dura 6-8 mesi. Una volta completato l’accoppiamento, le anguille muoiono e l’intero ciclo di vita si conclude nel luogo dove era iniziato: il Mar dei Sargassi.

Specie a rischio di estinzione: cosa dice la legge.

L’allevamento dell’anguilla non è ancora riuscito a sviluppare un ciclo chiuso completo, data la complessità del suo ciclo vitale. Pertanto, tutte le tecniche attuali partono dalla pesca delle ceche, gli stadi giovanili delle anguille, che vengono poi trasferite in strutture di allevamento dove maturano fino a raggiungere la taglia commerciale.

Il capitone che arriva sulla nostra tavola sono le femmine che, per cause naturali o intervento umano, non riescono a migrare verso l’acqua salata, e convertono l’energia destinata al cambiamento fisiologico e alla produzione di uova in accumulo di massa corporea, diventando capitoni dal peso considerevole, tra i 500 grammi e i 6 kg.

Il commercio delle anguille, nei suoi vari stadi di vita é normato dal decreto 25 luglio 2019/403.
Il Decreto 403/2019 serve a garantire la conservazione della specie, regolando e limitando l’attività di pesca in modo sostenibile per favorire la sopravvivenza a lungo termine dell’anguilla europea e del capitone. L’articolo decreta:

La pesca della specie «Anguilla europea» (Anguilla anguilla), visto il disposto del decreto ministeriale 25 luglio 2019, n. 403, e’ vietata in tutte le regioni italiane dal 1° gennaio al 31 marzo di ogni anno.
Un ulteriore periodo di chiusura della pesca e’ stabilito, limitatamente all’anno 2024, dal 1° aprile 2024 al 30 giugno 2024 ai sensi dell’art. 4 del regolamento (UE) 2024/259.
Durante il periodo individuato dai precedenti commi 1 e 2 non deve essere impedita da alcuno la migrazione della specie verso il mare in tutti gli ambienti naturali, inclusi lagune e valli aperte al flusso marino.

Capitone sì o Capitone no?

É un dibattito che in famiglia ogni anno si ripresenta quando si decide il menù di Natale.

Tradizione o rinuncia per la conservazione della specie?

Come detto le anguille o i capitoni che si trovano in commercio sono catturate da piccole e fatte crescere negli allevamenti fino a raggiungere la taglia commerciale. La normativa in vigore regolamenta il settore.

La specie, proprio per le peculiarità del ciclo biologico che abbiamo descritto é comunque considerata a rischio estinzione.

Quindi nessuna pesca illegale deve essere consentita o favorita in cambio di un costo più basso del prodotto.

Proprio il costo finale – fino a 50 euro al kg – é forse la principale discriminante che porta spesso le famiglie a rinunciare al capitone della vigilia.

A chi potrà permetterselo e vorrà gustarlo, fritto, in umido, al forno automatizzato con l’alloro o nei giorni successivi conservato alla scapece, non possiamo che augurare BUON APPETITO e SERENO NATALE.

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