L’osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive ha deliberato che la partita “Foggia-Potenza”, insieme ad altre, sia rinviata “alle valutazioni del Comitato di Analisi per la Sicurezza delle Manifestazioni Sportive per l’individuazione di adeguate misure di rigore”.
Nel gergo burocratico a noi ormai tristemente noto, questo si traduce in un’alta probabilità che sia messa in atto una rappresaglia – termine corretto che ben identifica la situazione – nei confronti dei cittadini foggiani ai quali viene preclusa la possibilità di assistere all’incontro di calcio pur avendo già pagato in anticipo per accedere allo stadio.
In passato è già successo più volte secondo uno schema consolidato: i responsabili dell’ordine pubblico sono incapaci di garantire la sicurezza degli spettatori messa a repentaglio da attività di pochi violenti e lo Stato reagisce attraverso organismi e istituzioni teoricamente deputate a contrastare tali fenomeni con una punizione di massa delle vittime, cioè gli spettatori non violenti.
Il cittadino, quindi, paga per atti che non ha commesso, sui quali non poteva effettuare alcuna azione di contrasto e per i quali ha anche corso dei rischi visto che le azioni criminose si sono svolte nello stesso contesto in cui si trovava gente pacifica, donne e bambini.
Questo circolo vizioso va spezzato.
L’ipocrisia di chiudere il Pino Zaccheria dichiarando “a rischio” una gara che a rischio non è affatto non può essere tollerata rimanendo in silenzio.
Questa volta, però, Foggia ha chi è deputato per ruolo e funzione a difendere la gente per bene della città che va allo stadio con l’unico scopo di sostenere la squadra e non per compiere gesti violenti.
La Sindaca Episcopo deve farsi carico dell’istanza di giustizia che viene dai suoi concittadini e recarsi con urgenza dal Prefetto per evitare l’ennesimo provvedimento oltraggioso verso i foggiani.
È ora di fare chiarezza: lo Stato deve schierarsi a difesa degli onesti e contrastare duramente i violenti e questo non è compatibile con la punizione delle vittime.
La città non può subire un ulteriore tradimento dalle istituzioni.
Sindaca Maria Aida Episcopo, è tempo di alzare la voce.