Settembre: quattro settimane di mancato equilibrio

L’articolo di fine agosto, che ha raccontato le vicende del mondo pallonaro rossonero, aveva certamente un ponderato ottimismo come filo conduttore.
Ottimismo, che purtroppo si fa fatica a trovare ad un mese esatto di distanza.

Settembre mostrava all’orizzonte 6 partite, considerate dagli addetti ai lavori già decisive per assicurare continuità ad una squadra che nei primi scorci di campionato aveva creato certamente entusiasmo.
Ci hanno pensato i ragazzi di Mister Colombo (Monopoli) a riportare tutti con i piedi per terra. Prima batosta stagionale incassata (1-4).
Contro i biancoverdi, più di qualche perplessità è emersa sull’ultimo uomo rossonero (De Lucia).
L’incertezza mostrata fuori dai pali, mixata ad episodi davvero sfortunati – non capita certo tutti i giorni di subire così tanti eurogol nella stessa partita – ed a qualche papera di troppo, hanno da un lato demoralizzato il portiere titolare, e dall’altro destabilizzato tutti i componenti della linea difensiva.
In più di una occasione si sono scorti clamorosi fraintendimenti tra i difensori – e non solo – ed il portiere. Di certo, il calcio si espone di continuo al tema della imponderabilità, ma certi erroracci…
In un girone come questo, colmo di squadre duttili ed assetate di punti, non possono essere tollerati.
Alla partita dello Zaccheria contro i Biancoverdi, erano presenti tra spettatori abbonati e paganti più di 7500 tifosi;
Il valore più alto della giornata (superando il numero dei presenti all’incontro che ha visto sfidarsi Avellino ed Audace Cerignola).

Sin da subito, è stato evidente che il centrocampo avrebbe rappresentato il tema chiave per tutte le gare successive.

Successivamente, i giocatori rossoneri hanno sfidato il Latina di Mister Padalino, fortemente legato ai colori rossoneri. L’esito della partita contro i nerazzurri (0-0) è da vedere positivamente, considerando non tanto i 2 punti persi o il distacco dalla vetta della classifica, ma la tragedia di una eventuale sconfitta, molto più grave.

Prima di proseguire con l’excursus, è più che doveroso aprire una parentesi inerente il grande Gianni Pirazzini.
Presso Palazzo Dogana, la Città ha festeggiato il suo ottantesimo compleanno. Il numero 4 ha indossato la gloriosa maglia rossonera per ben 13 stagioni consecutive, inanellando 424 presenze nello storico Foggia degli anni 70. L’affetto che l’ex “libero” ha ricevuto dall’intera comunità foggiana (calcistica e non), è la più grande dimostrazione che il calcio non è rappresentato meramente da un pallone che rotola in campo.
Esso incarna la storia di comunità che in quei colori, in quelle maglie, sciarpe e bandiere si identifica.
Gianni Pirazzini è -e per sempre sarà- una delle più belle bandiere che questa città abbia visto sventolare nel suo cielo.

Dunque, a sbarrare il cammino del Foggia dopo l’incontro di Latina, si presentano tre terribili trasferte campane.
La prima al Vigorito contro il talentuoso giovane portiere foggiano, Nunziante. Nostro concittadino, già campione d’Europa in maglia Azzurra. Il portierino foggiano ha fatto strada in realtà calcistiche purtroppo ben lontane dal capoluogo di provincia.
Avrebbe sicuramente preferito crescere calcisticamente nella sua terra natia…

Ma purtroppo, l’impianto dei settori giovanili a dir poco deficitario, nonché l’assenza di strutture ad hoc in grado di ospitare gli allenamenti -non solo dei più giovani- ma anche della prima squadra, risultano essere problematiche ormai ataviche della nostra città.

Qual è stato l’esito del match in quel di Benevento?
Una amara umiliazione per il Foggia (0-4) …
Che in più di un tifoso ha creato il sospetto che questa squadra non sia stata costruita come il caso richiedeva.
Sicuramente era necessaria un’analisi a tutto tondo, senza dare la croce addosso a Mister Brambilla; ma purtroppo, da quel 22 settembre il Foggia è riuscito solo a far peggio.
Allenatore, calciatori e società ben sapevano che la partita contro il Giugliano sarebbe diventata un crocevia.

Il 25 settembre il Foggia riesce a perdere anche sul proprio terreno di gioco contro un arrembante Giugliano, che fa il corsaro allo Zac.
Con il triplice fischio che sancisce questa ennesima debacle, finisce anche “l’era della programmazione Brambilliana“. Il Mister di Vimercate viene esonerato nell’immediato post-partita.
Per la sua sostituzione in ballottaggio anche Capuano.

Sarà proprio quest’ultimo a prendere le redini di un gruppo che dà l’aria di poter essere tutto, fuorché una squadra. Tutti i numeri e le statistiche, tenendo conto anche di amichevoli e Coppa Italia, sono impietosi.

Fanno riflettere le parole del Presidente Canonico, espresse nella pancia dello Zaccheria: “il Foggia in 6 partite ha fatto 6 figuracce“ ed ancora, “gli allenatori sono i primi a pagare, ma bisogna capire se nello spogliatoio qualcuno ha il mal di pancia. Se ci sarà, lo accompagnerò a vedere le partite con me in Tribuna fino alla fine del campionato”.

Inutile dire che 2 ore di allenamento con l’ex allenatore del Taranto, Capuano, a poco sarebbero servite per affrontare con altro spirito l’imminente partita al Partenio Lombardi.
Si fa fatica a raccontare quest’ultimo match, ribattezzato da molti come “l’abominevole partita di Avellino “. I momenti di luce visti nella seconda frazione di gioco sono davvero troppo pochi per poter parlare di effettivi miglioramenti.
Per oltre un’ora il Foggia è stato inguardabile, segnando la pagina più negativa di questo primo scorcio di campionato.

Al livello atletico lascia il segno un’immagine emblematica;
i “lupi“ scattavano, ed i giocatori rossoneri arrancavano a vista d’occhio.
Al di là della condizione psicofisica tragica, (la macchina Foggia non ha le gomme a terra -non le ha nemmeno bucate- sta camminando con i cerchioni scoperti…) , qualche dubbio sorge anche dal punto di vista comportamentale. Ci sono stati atteggiamenti irritanti perpetrati in campo da più di un calciatore.

Conclusioni?
Si è passati da un allenatore giochista come Massimo Brambilla, alla sua perfetta antitesi Eziolino Capuano, un pragmatico risultatista.
Nel frattempo, la formazione rossonera è penultima in classifica con 5 punti all’attivo in 7 partite della regular season.

7 gol segnati
14 gol subiti (con una media di 2 gol incassati a partita)
3,4 ammonizioni per mach

Capuano in situazioni come queste spesso e volentieri riesce ad esaltarsi, e metterà tutto se stesso per risalire la classifica. Al momento però, l’orizzonte è nero e presenta molte analogie con l’annata di Boscaglia, a buon intenditor…

L’equilibrio (di squadra, società e piazza) tanto anelato in questo mese, non è stato mai raggiunto.
L’impianto programmatico per il futuro si è precocemente arenato.
La pazienza dei tifosi è finita.

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