Non riesco a trovare un altro periodo recente nella storia della città, e non mi riferisco solo al calcio, in cui siano coincisi così tanti problemi contemporaneamente e nello stesso ambito.
Lo strano accanimento del Prefetto contro i cittadini foggiani, i risibili pretesti per giustificare la chiusura dello stadio, la confusa vicenda delle barriere per il prefiltraggio, le difficoltà nelle scelte tecniche e organizzative della società, i mediocri risultati sul campo con annesso scivolamento verso la zona playout.
Tutti questi fattori stanno determinando un collettivo scoramento che avvilisce una collettività già provata da problematiche sicuramente più importanti e gravi e che vede nel calcio, nel rapporto passionale e intenso con la propria squadra, se non un’occasione di riscatto perlomeno un tentativo di temporanea evasione da una realtà complicata.
Sulle decisioni del Prefetto si sono già spese parole e interventi da parte di cittadini, istituzioni locali, stampa. Le motivazioni addotte nell’ordinanza sono fumose, incomprensibili, inadeguate a supportare una decisione così grave presa nei confronti di una collettività.
A questo punto, possono bastare cinque giornate a porte chiuse per coprire le responsabilità di chi avrebbe dovuto e potuto evitare la trasferta dei supporter rossoneri in piazze già teatro di recenti incidenti o dobbiamo subire oltre?
Sul prefiltraggio sarebbe auspicabile che non si apra un nuovo capitolo di polemiche e veleni. C’è bisogno di chiarezza e cercheremo di dare un contributo in tal senso.
Stessa chiarezza che va chiesta alla società in tema di organizzazione rispondendo al semplice quesito “chi-deve-fare-cosa?”.
Può sembrare banale, ma in questo momento i ruoli di chi va in panchina sono ancor meno chiari di quelli in campo. Si provveda in tempi rapidi a sgombrare il campo da equivoci e fraintendimenti.
Il campo, infine, è la naturale conseguenza di tutti i punti precedenti.
La sconfitta col Taranto brucia, ma non sorprende.
La caduta verso i playout va fermata, ma le chiacchiere stanno a zero: l’impegno deve essere coniugato con una concretezza che vediamo negli altri e che manca in chi indossa la maglia rossonera.
Il mercato può essere una soluzione per sostituire chi non è all’altezza, ma nel frattempo la determinazione e l’aggressività devono emergere sul terreno di gioco e non dopo, in sala stampa.
Buon anno a tutti