Oggi 7 agosto sono state depositate le motivazioni delle due sentenze del TAR Lazio, che hanno accolto i due ricorsi della FIGC e del Lecco avverso la decisione n.66/2023 del Collegio di garanzia di annullare la delibera del Consiglio federale del 7 luglio 2023, che aveva ammesso il Lecco alla serie B in violazione dei termini perentori fissati dal manuale sistema di licenze nazionali per il campionato di serie b 2023/2024, approvato dalla stessa FIGC a novembre 2022 e mai modificato.
Le motivazioni delle due sentenze sono, per usare un eufemismo, apparenti, cioè inesistenti sotto il profilo giuridico. La motivazione c’è apparentemente ma non risponde ad alcun canone di ragionevolezza e non è espressione di alcun ragionamento giuridico che possa avere il profumo della serietà e sostenibilità in grado di appello.
Il Tar è andato gravemente fuori del seminato e della sua competenza, non potendo sostituirsi al legislatore sportivo (la FIGC), inventandosi la derogabilità di fatto (così sostanzialmente afferma il giudice amministrativo di primo grado) di regole sportive per il solo fatto che la stessa FIGC si è inventata un errore che non ha commesso né poteva commettere: la deroga da parte del CF del doppio termine del 15.6 e del 20.6 per il rispetto dei termini perentori sui criteri infrastrutturali.
Il Tar è giudice di legittimità su atti amministrativi collettivi, quali sono le regole sportive.
Se le regole sportive perentorie non sono state rispettate sei fuori, mentre il Tar si è inventato una derogabilità di merito sulla fiducia del noto principio filosofico dello “scurdamm’c’ o’ passat, simm’ e’ Napul’ paisà”, per fregare una squadra del sud (il Foggia, non certamente il Perugia, che ha non ha diritto alcuno alla riammissione alla serie B, come vedremo) a vantaggio immeritato di una squadra del nord.
Ma il passato non si può scordare, e proprio il periodo dal novembre 2022 al 15.6.2023 è quello che conta per stabilire se una squadra ha o meno i requisiti infrastrutturali per andare in serie B.
Il resto dal 16.6 in poi non conta, sei già dentro o sei fuori, a prescindere dallo spostamento dei playoff di 9 giorni, stabilito peraltro il 27 aprile 2023, quando il Lecco era già fuori dalla serie B perché non aveva lo stadio adeguato e non aveva la possibilità di chiedere la deroga eccezionale per un altro stadio fuori del comune per le partite di casa e, soprattutto, di ottenerla dalla Lega di serie B, che infatti non l’ha mai concessa.
Il termine che il Lecco doveva rispettare, non avendo lo stadio adatto per la B, era legato ad aver iniziato i lavori di adeguamento/ammodernamento/ristrutturazione del Rigamonti-Ceppi entro il termine del campionato di C, cioè entro il 23 aprile 2023.
Solo così, secondo la circolare FIGC del 27 maggio 2023, che il Foggia ha depositato agli atti dei due giudizi ma che il Tar non ha letto o comunque ha ignorato, il Lecco avrebbe potuto chiedere ed ottenere la deroga eccezionale per giocare in un impianto diverso da quello di casa, con l’obbligo di completare i lavori entro il 28 febbraio 2024.
Il Lecco non ha fatto nulla e non ha neanche ottenuto l’accoglimento dell’istanza di deroga eccezionale da parte della Lega di B e il riconoscimento del possesso dei criteri infrastrutturali, entro il 27 giugno.
Anzi il 20 giugno Di Nunno ha affermato il falso, commettendo una vera e propria frode sportiva, cioè ha indicato nella documentazione depositata il 15.6 alla FIGC, alla LNPB e alla Lega Pro uno stadio che aveva i requisiti per la B, con più di 5.500 posti a sedere con postazioni singole e numerate. Falso perché lo stadio indicato il 15.6 era quello di Ripamonti-Ceppi, dichiaratamente inadatto alla serie B con meno di 5000 posti di cui meno di 2900 a sedere e senza lavori in corso, mai autorizzati e appaltati dal Comune di Lecco neanche alla data del 15.6.
Si tratta dunque di sentenze di ‘merito’ (non) sportivo quelle del TAR, che legittimano indirettamente la frode sportiva e il falso commessi dal Lecco, e che costituiscono il classico caso di scuola delle decisioni con motivazione apparente o inesistente, una vera immondizia giuridica che spetterà al Consiglio di Stato di eliminare dalla realtà giuridica e processuale.
Del resto, la FIGC ha perfettamente compreso la precarietà delle decisioni del TAR prima del deposito delle motivazioni sul caso Lecco, mentre per il caso Reggina, purtroppo, non vi sono previsioni favorevoli in CdS alle sorti della squadra calabrese, ammesso che faccia ricorso: la sentenza del TAR è giuridicamente fondata sulla rigorosa applicazione delle norme sportive, esattamente il contrario di quanto è avvenuto per le sentenze di favore del Lecco.
Nel comunicato stampa all’esito della riunione del Consiglio federale del 4 agosto, la FIGC ha sostanzialmente rinviato l’inizio dei campionati di B e di C a dopo le decisioni del CdS del 29.8, senza integrare l’organico della serie B, che sarà nel format a 22 squadre, quello ordinario previsto dall’art.49 comma 1 lettera a) delle Noif, mai modificato.
La LNPB di Balata con il C.U. n.8 di oggi ha tentato di forzare la mano alla FIGC e al Consiglio di Stato, disponendo l’inizio del campionato a 18 squadre il 19 agosto con il format illegittimo a 20 squadre non autorizzato dal Consiglio Federale per l’anno 2023/2024, dopo aver addirittura chiesto al TAR di legittimare il format a 20 squadre nella costituzione in giudizio sui ricorsi della FIGC e del Lecco.
Gravina aveva risposto picche a Balata (e ha detto che non vuole dimettersi, e segue questo percorso virtuoso fino alla fine, ha ragione di non farlo) e con la sua Figc nella seduta di Consiglio federale del 4.8.2023, attendendo il CdS per l’integrazione dell’organico di B (a 22 squadre). In verità anche il TAR ha risposto picche alla LNPB sull’organico a 20 squadre con le due sentenze depositate oggi, affermando che non è materia di sua competenza perché (in questo caso) valgono le regole sportive, su cui il giudice amministrativo non ha alcun sindacato.
La Lega Pro di Marani nel comunicato sul calendario di oggi conferma la rivedibilità dell’organizzazione del campionato 2023/2024 con squadre riammesse e/o ripescate che vanno in Lega B dalla Lega C, dopo il CdS.
L’improvvida e illegittima forzatura di Balata sull’inizio del campionato ad organico non integro e con format illegittimo sarà oggetto, naturalmente, di delibazione da parte del Presidente del Consiglio di Stato con richiesta di decreto monocratico di sospensione da parte del Foggia (e del Perugia) dell’inizio dei due campionati di B e di C.
Queste le quattro squadre che saranno riammesse o ripescate in B: il Brescia, la Spal e il Benevento come riammesse e il Foggia come ripescata.
E il Perugia? Non sarà riammesso, lo ha dichiarato la FIGC nella decisione n.73/2023 del Collegio di garanzia depositata come motivazione il 3.8.2023, che ha dichiarato inammissibile il ricorso della Spal per difetto di interesse, in quanto si è scoperto che il Perugia non ha i requisiti infrastrutturali perché il parere positivo della Commissione criteri infrastrutturali era provvisorio, come provvisorio era il provvedimento di riammissione del CF del 24 luglio.
Scommettiamo?