L’opinione. Vincenzo De Michele: Calcio Foggia, la comunità sportiva e la politica in attesa del Consiglio di Stato

Con tre dispositivi depositati il 3.8.2023, il Tar Lazio ha accolto i ricorsi di FIGC e Lecco, annullando la decisione del Collegio di garanzia n.66/2023 del 20.7, che aveva escluso il Lecco dalla competizione di serie B; ha rigettato il ricorso della Reggina, confermando la decisione del Collegio di garanzia n.64/2023, che aveva escluso la società calabrese dalla competizione al campionato di LNPB.

Inutile dirvi che, almeno per buona parte dei tifosi foggiani, la (doppia) decisione del giudice amministrativo di 1° grado è apparsa inaspettata e ingiusta, diciamo politica e non giuridica. Almeno lo è per chi scrive, perché, secondo le regole del buon diritto, il Lecco avrebbe dovuto essere escluso per le gravi violazioni commesse e per la palese e ingiustificata violazione della perentorietà dei termini, che era emersa già dalle indiscrezioni che trapelavano il 22.6.2023.

Del resto, nel precedente articolo avevo dato conto di tutte le criticità della posizione del Lecco, che non aveva nessuna chance processuale, almeno in teoria.

Salvo la decisione politica e autodistruttiva della FIGC e della Lega di B, che non volevano il Foggia al posto del Lecco, a tutti i costi, approfittando dell’assenza totale della politica dal territorio foggiano, martoriato dai giusti strali delle Istituzioni amministrative preposte alla lotta alla mafia. Una di queste Istituzioni pubbliche, il dott. Raffaele Grassi, come Prefetto di Foggia, prima di andarsene, aveva chiesto ripetutamente e infine ottenuto il commissariamento per mafia del Comune di Foggia, negato dal Governo Conte II, poi concesso dal Governo Draghi.

È stato S.E. dott. Grassi, come Prefetto di Padova, a salvare il Lecco, concedendo in ritardo (perché chiesta da Di Nunno in ritardo e senza alcun presupposto, attestando alla LNPB il falso nella domanda di ammissione del 20.6) il nulla osta per l’utilizzazione dello stadio Euganeo di Padova, mentre nella documentazione del 15.6.2023 sui criteri infrastrutturali l’eclettico Di Nunno aveva indicato soltanto lo stadio Rigamonti-Ceppi come impianto idoneo sia per la serie C che per la serie B.

È lo stesso Grassi che, il 28 giugno, sarà promosso a Vice Capo della Polizia dal Ministro dell’Interno a guida Lega, che giustamente e dichiaratamente, con diversi suoi rappresentanti lombardi, ha sostenuto il buon diritto del Lecco a partecipare al campionato di serie B, senza essersi mai organizzato da 50 anni a questa parte per fare il salto di categoria, con uno stadio inadeguato e con la pretesa di andare a giocare le partite di casa lontano da Lecco, come se fosse un diritto o un privilegio speciale e non una situazione eccezionale antisportiva.

Il buon diritto del Lecco non c’era, perché la società di Di Nunno non ha vinto per merito sportivo le finali playoff, ma per raccomandazione e per gli scandalosi arbitraggi tutti di favore, con l’arbitro di casa lecchese Bonacina addirittura promosso alla categoria superiore dopo la designazione illecita.

Situazioni del genere non si verificano mai per meriti sportivi, ma per scelte politiche.

Il Foggia non doveva andare in serie B, a tutti i costi.

E neanche la Reggina, punita per aver dato prevalenza alle regole della crisi di impresa rispetto alla tempistica del pagamento dei debiti erariali fissata dalle regole sportive, che il Lecco può violare impunemente perché è raccomandato dalla FIGC e della LNPB e la Reggina no, essendo sostenuta soltanto dai propri straordinari tifosi.

Atteggiamento della FIGC e della LNPB spregiudicato, a costo di frantumare il sistema calcio professionistico contro l’argine delle stesse regole sportive, presidio di legalità in un mondo spesso senza regole.

E la Foggia politica come ha reagito? Ovviamente non classificata, né a destra né a sinistra né a centro.

Quando ci fu lo scandalo nel 2019 della modifica dei play out da parte del direttivo di Lega B a guida Balata per salvare la Salernitana di Lotito e affossare il Foggia di Sannella, nel ricorso al TAR patrocinato dal compianto Catricalà intervennero, ad adiuvandum del Foggia calcio, la Regione Puglia a guida Emiliano e il Comune di Foggia a guida Landella, che propose anche una denuncia penale contro i responsabili dello scempio calcistico-amministrativo.

Della denuncia penale dell’allora Sindaco Landella non si è saputo più nulla, sicuramente archiviata, ma il Comune di Foggia sarà sciolto a maggio 2021 per dimissioni del consiglio comunale da Grassi, insediatosi come Prefetto di Foggia due anni prima il 19 maggio 2019, ai tempi della chiusura dei playout.

Poi arriverà anche il commissariamento per mafia dell’Ente locale denunciante la frode sportiva del 2019 della LNPB, con nuovo prefetto.

Oggi, invece, nessuno ha sostenuto le sacrosante ragioni del Foggia davanti al TAR Lazio e questo, visto il precedente nefasto del 2019, potrebbe essere un buon auspicio per il Consiglio di Stato, dopo il mostro giuridico prodotto dalla giustizia amministrativa in primo grado, contro l’evidenza delle regole, della giurisprudenza e della documentazione, tutta contraria al Lecco.

Devo dare atto che c’era chi aveva previsto questo scenario, il Presidente Canonico, che, di fronte al mio scetticismo, mi aveva confidato che secondo lui il TAR avrebbe accolto il ricorso del Lecco e rigettato quello della Reggina, e mi aveva precisato che contava sul Consiglio di Stato e non sul TAR, su cui c’era stata troppa pressione per il ricorso incredibile della stessa FIGC contro le proprie regole e per l’intervento ad adiuvandum del Lecco delle 18 squadre della serie B finora già ammesse.

Quindi, per la lungimiranza che ha caratterizzato il Presidente Canonico in questa vicenda, è il caso di attendere l’esito del ricorso al Consiglio di Stato, oltre che del Perugia, anche del Foggia contro le incredibili decisioni del TAR Lazio, che non si è neanche degnato di riunire i due giudizi.

Che il patron del Calcio Foggia possa avere ragione si capisce ora anche dall’esito del Consiglio federale del 4 agosto, in cui nel comunicato stampa sull’integrazione degli organici la FIGC rinvia tutto all’esito dei giudizi davanti al Consiglio di Stato: «Preso atto delle decisioni di ieri del Tar, che ha accolto il ricorso del Lecco e bocciato quello della Reggina, il Consiglio Federale ha confermato che procederà all’integrazione dell’organico della Serie B solo all’esito dell’ultimo giudizio. Si aspetterà quindi il Consiglio di Stato, ad oggi fissato al 29 agosto. Qualora venisse confermata l’esclusione della Reggina, la città potrebbe probabilmente ripartire da un campionato della LND ricorrendo all’articolo 52 Comma 10: “Dobbiamo tenere conto dell’equilibrio dei nostri campionati – ha dichiarato Gravina – ma la Federazione è sempre stata molto sensibile nel non mortificare piazze così importanti”.».

Quindi anche la FIGC non è molto convinta che la sentenza del Tar favorevole al Lecco resisterà al crash test di resistenza giuridica a cui sarà sottoposta in appello dal Consiglio di Stato, presieduto attualmente dal foggiano (di Sant’Agata di Puglia) Luigi Maruotti, garanzia di serietà, equilibrio e competenza.

Il termometro dell’incertezza della FIGC che vuole fermare i bollenti spiriti di Balata di iniziare il campionato di B il 19 agosto con un organico a 18 squadre (dalle indiscrezioni che trapelano pare che i due personaggi di vertice di FIGC e LNPB si siano ormai convinti dell’esigenza di allargare il format a 22 squadre, in realtà semplicemente ripristinando quello ordinario), lo si ricava dall’incredibile esito del ricorso della Spal contro il Perugia, definito dal Collegio di garanzia con la decisione n.73/2023 depositata il 31 luglio come dispositivo e il 3 agosto come motivazione, lo stesso giorno dei dispositivi del TAR Lazio sui casi Lecco e Reggina.

La Spal, come il Brescia, il Perugia e il Benevento, ha presentato domanda di riammissione alla serie B, che, come le altre (compresa la domanda di ripescaggio del Foggia), è stata ritenuta ammissibile dal Consiglio federale nella seduta del 24 luglio, dopo la valutazione favorevole per tutte le domande da parte della Covisoc e della Commissione criteri infrastrutturali.

La Spal però lamenta che la domanda di riammissione del Perugia non dovesse essere accolta dal CF nonostante il parere favorevole della Commissione criteri infrastrutturali, perché la società umbra aveva chiesto ed ottenuto la deroga all’utilizzo dell’impianto di casa del Curi per andare a giocare le prime partite in C nello stadio del Benevento, ma non poteva utilizzare la deroga per la riammissione in B, vietata specificamente dal CU FIGC n.191/2023 del 1 giugno 2023 per le società la riammissione.

La Spal ha ragione, naturalmente, perché, prendendo il posto del Perugia nell’ordine delle società riassumibili, avrebbe sostituito il Lecco, dato per spacciato da tutti al TAR nonostante l’intervento delle truppe cammellate a favore, FIGC e LNPB al gran completo.

Che cosa si inventa la FIGC nel giudizio davanti al Collegio di garanzia? Prima si costituisce sostenendo la infondatezza del ricorso perché il parere favorevole della Commissione Criteri infrastrutturali non consentiva margini discrezionali al Consiglio federale. Poi, depositate ulteriori memorie, «La FIGC, nel corso del proprio intervento difensivo, preso atto della documentazione versata in atti dal Perugia, ha concluso per l’accoglimento del ricorso principale della SPAL, nonché per il rigetto del ricorso incidentale del Perugia.».

In buona sostanza, la FIGC ha confermato che il Perugia non aveva i requisiti infrastrutturali per partecipare al campionato di serie B come riammessa, dopo aver chiesto ed ottenuto l’inammissibilità del ricorso del Foggia per difetto di interesse (decisione n.65/2022 del CGS, con impugnativa pendente davanti al TAR Lazio all’udienza del 26.9.2023) e dopo aver taciuto sul difetto di interesse del Perugia nel giudizio definito con l’accoglimento del ricorso della società umbra con la decisione n.66/2023 del CGS, annullata per ben due volte dal TAR Lazio sui ricorsi della FIGC e del Lecco.

Insomma, un autentico caos e un delirio di decisioni e posizioni processuali contraddittorie e di fantadiritto, con l’aggravante della incredibile declaratoria di inammissibilità del ricorso della Spal da parte della CGS, perché la domanda di riammissione della Spal, pur essendo stata considerata ammissibile dalla FIGC, non produceva alcun effetto sull’integrazione dell’organico, su cui il Consiglio federale non ha ancora deciso in attesa dei giudizi amministrativi sui ricorsi del Lecco e della Reggina. Ovviamente, la Spal entro quindici giorni farà ricorso al TAR Lazio per fare annullare la decisione n.73/2023 del Collegio di garanzia, avendo ottenuto dalla FIGC la dichiarazione confessoria che il Perugia non ha i requisiti infrastrutturali per partecipare al campionato di serie B 2023/2024.

Tornando al fronte processuale interno, il Foggia (ma anche Spal e Perugia) farà dunque ricorso al Consiglio di Stato entro quindici giorni dal deposito delle (due) sentenze e, con ogni probabilità, il CdS non deciderà entro il 29 agosto, non essendovi i termini. Infatti, il Presidente Arzillo, che ne sarà anche l’estensore, depositerà le due sentenze entro dieci giorni dal 3.8, come disposto dall’art.218 comma 3 del decreto emergenziale n.34/2020, trattandosi di questione complessa su cui inventarsi una motivazione non rinvenibile nel diritto vivente e nella giurisprudenza dello stesso TAR sulla perentorietà dei termini.

Alla luce di quanto deciso dal Consiglio federale nella seduta del 4 agosto, non sarà necessario che il Foggia chieda con decreto presidenziale la sospensione dei campionati di serie B e C, vista la (opportuna) cautela dimostrata dalla FIGC di attendere l’esito dei giudizi davanti al Consiglio di Stato.

A ravvivare ulteriormente questo quadro luminoso di diritto metafisico e di sport dei privilegiati, sul piano politico ci sono le elezioni comunali del 22-23 ottobre 2023 a Foggia.

Sarebbe auspicabile che la politica nazionale e locale, come è successo per il Lecco, intervenisse a sostenere i colori rossoneri, non fosse altro, per destra centro e per sinistra, per bilanciare il condizionamento politico-amministrativo che ha stravolto le regole in favore dell’immeritevole Lecco di Di Nunno e in danno del meritevole Foggia di Canonico.

Non fosse altro che per dare ai foggiani qualche giustificazione sul perché dovrebbero votare alle comunali il candidato sindaco di FdI, Forza Italia e Lega o di Pd e M5S.

È l’unica fattispecie di voto di scambio elettorale non penalmente perseguibile: il Governatore Michele Emiliano per il PD/civici (magari facendo costituire la Regione Puglia in CdS ad adiuvandum del Foggia, come nel 2019 davanti al TAR) e/o il foggiano Giuseppe Conte per M5S che impedì il commissariamento per mafia del Comune di Foggia prima dell’arrivo draghiano e/o la Presidente Meloni per FdI e/o il Ministro Taiani per Forza Italia e/o il Ministro Salvini per la Lega (magari pressato dal consigliere regionale Splendido, che ha protestato per i soprusi commessi ai danni del Foggia) intervengano a impedire condizionamenti politici sull’Alto consesso della giustizia amministrativa (anche se non sarà necessario, il CdS non potrebbe tollerare lo stravolgimento della propria consolidata rigida giurisprudenza sulla perentorietà dei termini), oppure ben difficilmente il (vero) tifoso foggiano potrebbe ricordarsi di votare uno di questi partiti nel segreto dell’urna.

A latere restano la giustizia ordinaria, penale e civile, che solo i tifosi potranno attivare, essendo preclusa questa strada alle società danneggiate a causa del vincolo di giustizia sportiva.

La previsione del tifoso/giurista foggiano: campionato di B a 22 squadre secondo il format ordinario, con Lecco e Reggina fuori e Brescia, Spal, Benevento e Foggia dentro, le prime tre riammesse (quindi con esclusione dichiarata del Perugia che non ha i requisiti) e il Foggia ripresa come ripescata, facendo diventare il giudizio pendente davanti al TAR all’udienza del 26 settembre 2023 una mera verifica del diritto o meno del Foggia all’ammissione diretta al posto del Lecco, con restituzione in caso di ammissione diretta alla restituzione di quanto speso da Canonico per il ripescaggio.

E ovviamente, da tifoso foggiano ancora sotto interdittiva antimafia fino al 22-23 ottobre 2023, in attesa del CdS bacio le mani e sto muto.

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