Il ciclo terribile del Foggia è cominciato esattamente due settimane fa con la partita col Crotone. Da quel giorno, in rapida successione, i rossoneri hanno incontrato Benevento, Picerno e Sorrento raccogliendo sette punti, con due vittorie un pareggio e una sconfitta.
Il match con la capolista Juve Stabia di domenica prossima, quindi, si potrà affrontare con la serenità di chi non ha più la paura di essere invischiato nei playout, come fino a metà febbraio.
Eppure, la partita di Potenza non ha affatto soddisfatto chi si aspettava una replica di quanto visto in settimana.
Troppe occasioni concesse agli avversari, troppi errori in attacco, più di un giocatore sottotono rispetto ai precedenti incontri.
Un po’ di stanchezza? Difficile accettare questa motivazione quando si incontra una squadra che viaggia sempre, anche quando dovrebbe giocare in casa.
Più probabile che ci sia stato un calo di concentrazione dovuto all’errata convinzione che incontrare una neopromossa, giovane e priva di nomi d’esperienza, se non poche ma valide eccezioni, fosse un compito semplice, di routine.
C’è voluta, quindi, la migliore prestazione dell’anno di Perina per mantenere a galla i Satanelli fino al vantaggio, bello ma non esattamente meritato.
La papera che ha favorito il pareggio ha solo ricordato a tutti quanto sia ingrato il compito del portiere. A nessuno verrebbe in mente di rimproverare un attaccante che dopo aver segnato cinque reti di altissimo livello dovesse sbagliare un rigore, ma per un estremo difensore è diverso. L’errore di ieri, infatti, è costato due punti al Foggia, ma solo perché i cinque salvataggi precedenti lo hanno reso rilevante, altrimenti sarebbe passato inosservato.
A sette partite e poco più di un mese dal termine della stagione regolare, il test di domenica prossima servirà a capire se il Cudini 2.0 sia in grado di andare oltre il semplice mantenimento della categoria per piazzare qualche fiche nella lotteria dei Playoff.
Dipenderà dalla capacità dei ragazzi e del mister di rimettere in campo l’attenzione e la disciplina che hanno consentito alla squadra di allontanarsi dalle secche della zona Playout dopo un pericoloso inchino in stile marinaro.
La capolista non deve avere vita facile e servirà il miglior Foggia per continuare a far punti.
P.S.: nella guerra civile in atto a Foggia attorno alle vicende della squadra di calcio possiamo individuare distintamente quattro categorie: le “Amazzoni di Gheddafi”, cioè i governativi a oltranza che difendono la proprietà anche negando l’evidenza, i “Guardiani della Rivoluzione”, vale a dire quelli pronti ad addossare a Canonico qualsiasi nefasto accadimento interessi il genere umano, gli “Spettatori”, che osservano fra il divertito e il disgustato l’indecoroso spettacolo delle comari che si azzuffano e i “Voltabandiera”.
Quest’ultima categoria è la più perniciosa.
Quelli che passano da uno schieramento all’altro sentono spesso il bisogno di cancellare qualche imbarazzante dichiarazione fatta in precedenza esagerando in senso opposto.
Peccato che questo porti ad attaccare le persone che la pensano diversamente e non ciò che esse sostengono.
A mio parere, dietro frasi fatte come “solo gli stolti non cambiano mai idea” non si celano soggetti intelligenti ma, talvolta, solo dei cialtroni.
Prendete nota.