L’editoriale di Biagio Porricelli. Gli ammutinati del Bounty e le scelte perdenti affondano il Foggia

La situazione è fuori controllo.

C’è bisogno di fermarsi seriamente a riflettere sulle tante cose che non vanno bene e chiudere al più presto i troppi fronti aperti.

Così non si può andare avanti e ci rimettiamo tutti.

Il disastro di Giugliano ha il merito di aver sgombrato definitivamente il campo da ogni equivoco.

La mancanza di un allenatore titolare, Coletti – evitiamo ipocrisie – non può andare oltre gennaio perché non ha ancora i titoli per allenare la prima squadra, è un lusso che non ci possiamo permettere nella posizione di classifica in cui ci troviamo.

Il mercato di riparazione, che per il Foggia dovrebbe piuttosto chiamarsi di ricostruzione, manca di quella progettualità che dovrebbe vedere Tecnico, Direttore sportivo e proprietà lavorare in stretta collaborazione per dare un senso logico alle cose da fare.

Lo si sostiene da tempo da più parti, ma la società continua ad insistere con scelte estemporanee, pericolose e perdenti.

I novelli ammutinati del Bounty hanno avuto modo di far vedere quanto sia stata poco efficace la decisione di seguirli sulla strada della ribellione. Bisogna rimettere le cose al proprio posto e i calciatori devono fare il loro mestiere invece che improvvisarsi in ruoli mai sperimentati e per i quali non hanno capacità.

In questo momento sarebbe auspicabile che si tornasse a un minimo di normalità almeno nell’ambiente che circonda la squadra, ma non mi pare che le cose vadano in tale direzione.

Continua a serpeggiare il timore che vi possano essere altre chiusure dello Zaccheria pur in assenza di fatti che attestino tale reale rischio.

Le teorie circa una presunta non conformità alle norme delle nuove barriere per il prefiltraggio non vengono supportate da alcun elemento probante, ma il solo ventilarne il sospetto è sufficiente per trasformare nel sentir comune le fascinazioni fantasiose in fatti reali.

Lo stesso vale per la manipolazione delle parole riguardanti le raccomandazioni dell’Osservatorio nazionale per le competizioni sportive. Gli stessi termini usati, ad esempio, per la partita MonterosiMonopoli, che hanno portato al divieto di trasferta per i tifosi pugliesi, sono interpretati come prova certa di una nuova serrata dello stadio foggiano.

Il pessimismo cosmico avvolge la piazza; tutto ciò che accade, e persino ciò che solo si immagina che possa accadere, viene letto come un inevitabile presagio di sciagure imminenti.

In tale contesto non sorprende, quindi, che persino il tifo organizzato veda una differente lettura della strategia da attuare con una netta divisione fra le scelte delle due curve per il prosieguo della stagione.

Non c’è una soluzione certa a tutto questo.

Ci piacerebbe fare nostra la frase di Napoli milionaria del grande Eduardo de Filippo, “ha da passà ‘a nuttata”, ma bisogna ammettere che, se non si farà qualcosa, ognuno per la propria parte e per il proprio ruolo, l’alba che verrà non ci regalerà nulla di buono.

Già, ma fare cosa?

La puntata 323 de “La partita dei Mitici”

Autore