La copertina della vittoria del Foggia al Viviani spetta, a mio avviso, a Gianmarco Antonacci.
Un ragazzo del 2001 che si fa tutto il campo di corsa per festeggiare con i propri tifosi il primo gol fra i professionisti dimostra di aver mantenuta intatta quella voglia di divertirsi giocando a calcio.
In un mondo dove prevale il fattore economico, penso sia giusto sottolineare il bel gesto e applaudire convintamente.
Potenza era determinante, lo si è detto spesso in settimana, per tutta una serie di motivi: la necessità di inseguire a sole tre giornate dalla fine per rientrare in zona Playoff, il doverlo fare con una formazione falcidiata da infortuni a ripetizione e qualche evitabile squalifica, le due brutte sconfitte consecutive che hanno fatto riemergere i fantasmi di un periodaccio che ha condizionato il campionato dei rossoneri.
Tutto sembrava prospettare una serata difficile sul sintetico lucano, ma gli incerottati di Ricchetti, che sostituiva lo squalificato Cudini, hanno interpretato al meglio la partita, con molto rispetto per gli avversari, alquanto fallosi e nervosi a dire il vero, più coperti del solito in difesa e volitivi in attacco.
I due rossi, quello col numero 31 sulla maglia e il cartellino dell’arbitro, hanno segnato la svolta a cavallo fra le due frazioni, seguiti dal gol dell’ex di turno.
Insomma, Salines, Gagliano e il già ricordato Antonacci hanno riportato il Foggia al centro della corsa per gli ultimi posti dei playoff a 180 minuti dal termine della regular season.
Questo risultato sposta l’equilibrio del derby col Cerignola a favore dei Satanelli, nonostante la pronta risposta degli ofantini che rimangono a un punto dopo la netta vittoria sul Francavilla.
L’ultima partita allo Zac, quindi, potrebbe anche non essere propria l’ultima e, anche se non c’è più Kontek, chi non sarà sugli spalti domenica probabilmente si perderà uno spettacolo.
Il mare può attendere.