Il calcio è una roba facile.
Ci sono i risultati, i numeri, la differenza fra i gol fatti e quelli subiti; servono ad attribuire i tre punti, a stilare una classifica.
Poi ci sono le prestazioni, l’impegno, la preparazione degli schemi e la loro diligente applicazione. Ci sono i tiri provati con poca fortuna, i legni che ti negano un gol, i sacrifici fatti per preparare una partita e la voglia di riprovarci alla prossima un secondo dopo il triplice fischio.
Se siete convinti che vincere o, comunque, fare punti sia l’unica cosa che conti allora siete capitati nel posto sbagliato. Da qualche parte troverete tabellini, marcatori, risultati e classifiche per appagare il vostro istinto aritmetico.
Passate oltre.
Se, invece, pensate, come me che lo sport, un po’ come la vita, sia fatto per dare una misura del valore di una persona o di un gruppo per ciò che “è” e non per ciò che “ha” allora vale la pena di condividere qualche riflessione su Benevento-Foggia di sabato sera.
I ragazzi di Cudini hanno dimostrato coraggio, abnegazione, qualità tecniche e diligenza tattica.
Non hanno vinto – neppure pareggiato, a dirla tutta – ma sono stati la squadra che vorremmo vedere sempre.
L’esperto Benevento, con calciatori che hanno calcato palcoscenici importanti, non ha inquadrato lo specchio della porta più di due volte nell’arco dell’incontro, a differenza delle diverse occasioni da gol avute dai Satanelli.
Che poi una di quelle due occasioni sia stata capitalizzata con un gol che ha fruttato 3 punti è solo un episodio che fa la storia per gli almanacchi, consentendo ad Auteri di raccontare una piccola grande bugia sui “meriti” della sua squadra, ma non dà la cifra dei reali valori visti in campo.
L’impresa, ancorché priva di punti, è tale perché ottenuta da una squadra falcidiata dagli infortuni, priva totalmente di una difesa con uomini di ruolo e ulteriormente complicata dall’uscita di Odjer dopo pochi minuti.
Eppure, neppure l’infortunio a uno degli uomini simbolo del Cudini 2.0 ha fermato i rossoneri che hanno lasciato agli avversari solo l’inconcludente copertura del campo senza che si traducesse in concrete occasioni da rete.
I centimetri, quei pochi, maledetti, centimetri hanno più volte negato il vantaggio al Foggia, ma nulla, questa volta, può essere rimproverato ai rossoneri.
Il turno infrasettimanale col Picerno può essere l’occasione giusta per riprendere la corsa verso l’obiettivo salvezza che rimane ampiamente alla portata, visti anche i risultati delle squadre che seguono.
Anche dopo una sconfitta, quindi, si può rimanere “in fiducia” e questo è ciò che deve confortare gruppo squadra e tifosi.
Forse non basterà a riempire lo Zac, ma servirà a creare le condizioni per avere ancora un futuro a strisce rossonere di cui parlare.