Avellino-Foggia 2-1: Biancolino risolleva i Lupi. Per Capuano c’è tanto da lavorare.

Al Partenio si affrontano due tra le squadre che hanno deluso di più in questo inizio di campionato. Biancolino si gioca la conferma sulla panchina dei lupi, mentre Capuano, dopo soli 2 giorni dal suo arrivo, cerca di dare una scossa ai satanelli modificando subito l’impostazione tattica schierando la squadra con un 3-4-3 che vede il ritorno tra i titolari di Millico, accantonato da Brambilla, e di Carillo assente da diversi mesi per infortunio.

La partita inizia subito con l’Avellino che schiaccia il Foggia nella propria metà campo, trovando spazi sulla trequarti e sugli esteri con D’Ausilio e Cancellotti.

Proprio Cancellotti viene ammonito al 13°, per lui è il quinto cartellino giallo in 7 gare.
Al minuto 16, al quinto corner per l’Avellino, il Foggia si salva da un pericoloso batti e ribatti in area di rigore. Al 24° viene ammonito Gargiulo, in netta difficoltà nel contenere gli inserimenti irpini.
Al 26° Perina respinge un tiro potente di Gori, su assist di Sounas. Al 28° il vantaggio del rientrante Patierno: Felicioli sale in ritardo, rispetto al resto della difesa, nel tentativo di mettere in fuorigioco l’attaccante irpino, che di testa raccoglie un cross dalla destra e non perdona Perina. Al 33° viene ammonito Tascone, nel tentativo di fermare un indiavolato D’Ausilio. Al 36° Patierno raddoppia: tiro innocuo di Gori che finisce lento tra le mani di Perina che però perde clamorosamente il contatto con la sfera e Patierno, in agguato, non perdona. Al 42° Sounas colpisce il palo esterno su un tiro dal limite dell’area.

A inizio ripresa Capuano, ovviamente contrariato per la prestazione della sua squadra, opera 3 sostituzioni: entrano Orlando, Zunno e Danzi per i deludenti Emmausso, Millico e Gargiulo.

Al 47° Danzi viene subito ammonito, dopo aver trattenuto un centrocampista avversario.  Il Foggia sembra essere più presente in campo dopo questi cambi e al 54° Murano, su cross di Danzi, colpisce male di testa e la palla termina alta sulla traversa. Al 58° una ingenuità clamorosa di Danzi lascia il Foggia in 10 uomini: il centrocampista rossonero trattiene nuovamente un avversario e così chiude dopo soli 13 minuti la sua partita. Capuano corre ai ripari e un minuto dopo richiama in panchina Parodi per l’ingresso di Mazzocco, passando così al 4-4-1. L’Avellino controlla senza troppe difficoltà la gara, senza spingere più di tanto per chiuderla definitivamente. Al 71° viene ammonito Salines. Dopo 2 minuti  una fiammata improvvisa del Foggia: sugli sviluppi di una rimessa laterale, Orlando si smarca in area di rigore e colpisce con forza la sfera che però viene respinta da un intervento super di Iannarilli. Al 75° viene ammonito Sounas intervenuto in ritardo su Orlando. Un minuto dopo sempre D’Ausilio provoca l’ammonizione per un altro calciatore rossonero, questa volta è toccato a Felicioni.
Altra girandola di cambi tra il 78° e l’82°: nel Foggia entra Santaniello per uno spento Murano, nell’Avellino dentro Liotti e il giovane Mutanda per Sounas e Frascatore.
Al 86° è proprio in neo entrato Mutanda a concludere pericolosamente verso la porta di Perina. All’89° altri cambi per Biancolino: Redan e Benedetti prendono il posto di D’Ausilio e Rigione. Quando la partita sembra ormai scorrere verso la fine, senza ulteriori sussulti, ecco che arriva il gol di Zunno all’89°: l’esterno è bravo a recuperare palla sulla trequarti e puntare la porta avversaria, una volta entrato in area di rigore fredda Iannarilli con un sinistro secco e preciso. I 4 minuti di recupero diventano così più interessanti, con il Foggia che cerca un pari inaspettato e l’Avellino che prova subito con Gori a ripristinare le distanze, ma è bravo Perina a respingere. Al 94° brivido per i tifosi di casa: Orlando si libera sulla trequarti e prova un tiro a giro ma Iannarilli è bravo nel bloccare la sfera in due tempi.
Termina così la gara, con l’Avellino che ritrova un successo in campionato che mancava dal 28 aprile, per Capuano e il Foggia invece c’è ancora tanto da lavorare per tirarsi fuori da una posizione in classifica che nessuno avrebbe pronosticato a inizio stagione.

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