L’analisi del match: Naufragio rossonero, Capuano deve riscrivere la storia

La sfida tra Avellino e Foggia si è rivelata un vero e proprio spartiacque per entrambe le squadre. La vittoria schiacciante dei padroni di casa, ha messo in evidenza le fragilità di un Foggia che, nonostante l’impegno, sembra ancora alla ricerca della sua identità.
Vittoria suggellata dalla doppietta di Patierno (anagramma di Partenio), che vince a mani basse la sfida a distanza con Murano, tra i due capocannonieri uscenti.

Capuano, al suo esordio sulla panchina rossonera, ha provato a dare un’impronta alla squadra, optando per un 3-4-3 prudente. Tuttavia, l’Avellino, più determinato e concreto, ha saputo sfruttare al meglio le occasioni create, mettendo in seria difficoltà la retroguardia foggiana.

La partita ha messo in luce soprattutto le lacune psicologiche del Foggia. La squadra sembra bloccata, troppo timorosa di commettere errori e incapace di reagire agli eventi negativi. L’espulsione di Danzi nel secondo tempo ha ulteriormente complicato la situazione, costringendo Capuano a rivedere i suoi piani.

C’è tanto da lavorare per il Foggia. La difesa, pur avendo mostrato qualche segnale di miglioramento, necessita di maggiore solidità. I gol subiti sono frutto di due errori individuali di Felicioli e Perina.
Il centrocampo, privo di idee e di incisività, deve trovare nuovi equilibri. Un sontuoso Palmiero, affiancato da Sounas e De Cristofaro hanno dettato legge nella zona nevralgica del campo.
L’attacco, nonostante la presenza di giocatori di qualità, fatica a concretizzare le occasioni create.
Solo al 75′ il portiere dell’Avellino Iannarilli è costretto a lanciare in aria il cruciverba che aveva quasi terminato, per intervenire per la prima volta, su un tiro di Orlando.

Oltre che sul piano psicologico, la squadra sembra far fatica anche a livello fisico: emblematica l’azione che vede Felicioli arrancare nel tentativo di contrastare un D’Ausilio in versione “Speedy Gonzales”.
Capuano ha un compito arduo davanti a sé, più di quanto si possa pensare. Dovrà riuscire a trasmettere alla squadra la giusta mentalità, a farla giocare con più coraggio e determinazione. Dovrà trovare la formula giusta per valorizzare i singoli e far esprimere al meglio le potenzialità del gruppo.

Quella di ieri può essere considerata una partita a sè, visto il pochissimo tempo a disposizione per studiare e far assimilare alla squadra i giusti accorgimenti tattici… ma già da venerdì sera contro il Taranto (ironia della sorte), occorrerà necessariamente iniziare a vincere, per scacciare i fantasmi all’orizzonte.
In questa fase di transizione, un 3-5-2 per irrobustire il centrocampo con un altro uomo potrebbe essere una soluzione, in attesa di tempi migliori?

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