Un altro capitolo buio si è scritto ieri sera nella storia recente del Foggia Calcio. La sconfitta interna per 1-0 contro il Cerignola, decisa da un rigore trasformato da Paolucci al 72′, è solo l’ultimo tassello di un mosaico che rappresenta un quadro desolante.
La squadra rossonera, orfana di una guida tecnica in grado di trasmettere certezze e compattezza, ha dato vita ad una prestazione ai limiti dell’imbarazzante. La manovra è apparsa confusionaria, priva di idee e di quella cattiveria agonistica che dovrebbe contraddistinguere una squadra che milita in una categoria professionistica. I singoli, sopraffatti dalla situazione nella quale si sono cacciati, non sono riusciti a incidere, e l’intera squadra è sembrata più preoccupata dal non sbagliare che dal cercare la vittoria.
Il Cerignola si è limitato a gestire la partita nel primo tempo e pungere nel momento giusto, con una facilità disarmante, portando a casa, come ormai avviene sempre, i tre punti.
L’azione determinante arriva al 70′, quando un poco reattivo Felicioli decide di entrare da dietro in area su Russo, stendendolo e procurando il rigore. Il Foggia, pericoloso solo una volta con un colpo di testa di Murano, rimane in dieci nella parte finale del match per un brutto intervento di Silvestro, frutto evidente del nervosismo del momento.
Lo “Zaccheria” è diventato terra di conquista per chiunque. Uno stadio nel quale campioni di livello internazionale avevano paura di entrare, è diventato il luogo ideale per i pic-nic fuori porta dell’avversario di turno. Grazie!
L’ennesimo cambio in panchina, lungi dall’aver portato una ventata di novità, ha anzi accentuato i problemi preesistenti. La squadra sembra disorientata, priva di un’identità tattica ben definita. I giocatori, evidentemente demotivati e poco convinti del progetto, non riescono a trovare la giusta sintonia in campo tra di loro, probabilmente a causa di evidenti limiti caratteriali e della mancanza di una guida idonea. Oltretutto la squadra sembra essere anche in evidente carenza di condizione fisica, che col passare dei minuti si accentua in maniera paurosa durante le partite.
La sconfitta contro il Cerignola, oltre ad allarmare i tifosi, ha messo in evidenza le responsabilità di una società che sembra aver perso il controllo della situazione. L’addio del direttore sportivo Roma, co-responsabile di questa situazione, è un segnale inequivocabile di una crisi profonda che rischia di compromettere il futuro del club.
Il Foggia ha bisogno di una svolta radicale. Oltre a un nuovo e navigato direttore sportivo, serve un nuovo allenatore, capace di ricostruire un gruppo distrutto e di trasmettere entusiasmo e determinazione. Ma non basta. È necessario anche un intervento deciso sul mercato, con l’obiettivo di rimodellare una rosa che, allo stato attuale, non è competitiva.
Il tempo stringe. Se la società non interverrà in maniera tempestiva e decisa, il rischio è quello di vedere il Foggia sprofondare sempre più in basso, con conseguenze difficili da prevedere. I tifosi, stanchi e amareggiati, chiedono a gran voce un cambio di rotta. La salvezza, un tempo obiettivo alla portata, sembra ora un miraggio sempre più lontano.
In conclusione, la sconfitta contro il Cerignola è solo l’ultimo capitolo di una storia che si trascina da troppo tempo. Il Foggia è una squadra malata, che ha bisogno di cure intensive. Se non si interverrà subito, le conseguenze potrebbero essere disastrose.