Un Foggia che macina record, ma all’incontrario.
I rossoneri riescono nell’impresa di perdere a Cava de’ Tirreni, contro la Cavese che non si imponeva sul Foggia da 17 anni. Una squadra tutt’altro che irresistibile, vede i Satanelli arrendersi ad evidenti problemi tecnici, prima ancora che tattici.
Un portiere che non assicura tranquillità alla squadra, una difesa troppo vulnerabile, un centrocampo privo di personalità e inventiva e un attacco sterile: questi sono i “tasselli” dell’attuale mosaico rossonero.
Se ci aggiungiamo la mancanza di figure fondamentali come il direttore sportivo e l’allenatore, non possiamo meravigliarci per il risultato di ieri sera.
Bisognerebbe chiedersi come mai alcuni presidenti abbiano il “brutto vizio” di affidarsi a figure altamente qualificate per rivestire incarichi di responsabilità come quello di direttore generale o direttore sportivo. E ancora, come mai alcuni presidenti abbiano il “brutto vizio” di affidare le chiavi dell’area dirigenziale e tecnica sempre ai soggetti suindicati, sulla base di un rapporto fiduciario (!), basato sul rispetto delle competenze (!)… Stranezze…
L’attuale compagine societaria ha dimostrato in questo quadriennio di non avere le idee chiare e definite per pianificare un progetto a medio-lungo temine, con obiettivi plausibili come la sostenibilità e il raggiungimento del risultato sportivo attraverso la progettazione.
Questa affermazione si basa su dati oggettivi come la miriade di direttori, allenatori e giocatori susseguitisi senza lasciare il segno, spesso cacciati malamente o spesso scappati di notte, a torto o a ragione.
La partita di ieri è stata la solita partita che ha visto il Foggia perdere, giustamente, per la terza volta consecutiva, perchè quando si presta il fianco e non si ha la forza di colpire, non si può far altro che capitolare.
Maiuri ieri ha deciso di lavorare ai fianchi la difesa del Foggia, soprattutto sul fianco sinistro, dove un Felicioli mai convincente nel corso di questa stagione, è parso in evidente difficoltà al cospetto di un Diarrassouba candidato al prossimo “Pallone d’oro”, che ha fatto il buono e il cattivo tempo.
Parlare del portiere ormai risulta superfluo, perchè attualmente risulta essere il giocatore più costante nel rendimento…
La manovra rossonera non ha visto miglioramenti, se non fosse per qualche conclusione dalla distanza, neutralizzata senza troppi patemi dal portiere della Cavese o terminata fuori dallo specchio.
Si fa fatica a trovare qualcosa di positivo in questo momento di sconforto e grigiore, nel quale stanno naufragando anche elementi come Salines, che almeno davano quel “quid” in più sul piano della grinta e determinazione. La prestazione di un intermittente Millico e la presenza nell’undici titolare di un giovane di personalità come Orazio Pazienza, sono forse le uniche note intonate in questo grottesco e squinternato “musical” tecnico-tattico.
In un contesto così difficile, l’unica speranza per il Foggia potrebbe arrivare dalla nomina, a stretto giro di posta, di un uomo di calcio che abbia dimostrato con i fatti di essere in grado di reggere la pressione del ruolo di direttore sportivo, ottenendo nel contempo risultati sul campo. Costui dovrà tirar fuori un vero e proprio “coniglio dal cilindro” perchè tale dovrà essere il prossimo allenatore del Foggia. Un uomo che sappia riprendere in mano prontamente uno spogliatoio costellato da presunte “star”, riassestando tecnicamente e tatticamente una squadra che sembra alla deriva.
Magari, come già detto giorni fa, si potrebbe ripartire da un profilo che a Foggia ha dimostrato di saper programmare con lungimiranza, partendo dalla Serie D e arrivando fino in B, scoprendo anche qualche allenatore di discreto successo…
Ne gioverebbero tutti, dal presidente ai tifosi, alla città di Foggia.