Ci ha lasciato Roberto Lambretta Oltramari, velocissima ala destra del Foggia anni Sessanta. Aveva 85 anni e viveva a Bergamo. Arrivò a Foggia nella formazione di Oronzo Pugliese nel 1962 e subito diede una precisa impronta al gioco d’attacco rossonero. Gli fu subito affibbiato il soprannome di Lambretta per la sua eccezionale velocità sulla fascia destra, abbinata a un dribbling efficace e insidioso. Roberto aveva incrociato il mondo Foggia già nel 1959 quando giocava nella Spal del presidente Paolo Mazza e conobbe Vittorio Nocera che era a Ferrara per un provino. Il bomber di Secondigliano impressionò tutti per la sua efficacia in fase conclusiva ma la trattativa non si concluse per alcune clausole contrattuali non gradite alla Spal. Nell’operazione s’inserì il Foggia che concluse l’affare, portando Nocera in Puglia. Un paio di anni più tardi Roberto fu acquistato dal Foggia e si incontrò nuovamente con Vittorio che lo aiutò a inserirsi in città. I due divisero la stanza in una pensioncina in via Lecce e divennero amici inseparabili. Si frequentavamo anche dopo gli allenamenti per andare a cena fuori.
Oltramari e Nocera abitarono in quella pensione fino a giugno del 1964, quando entrambi si sposarono. Vittorio convolò a nozze per primo, tre giorni dopo la promozione in serie A del giugno 1964 e Roberto gli fece da testimone.
A proposito del soprannome “Lambretta” mi raccontò: “Si ero molto veloce sulla fascia, ma chi era quasi più veloce di me era Oronzo Pugliese, il mitico “Mago di Turi”. Lui correva lungo la fascia e la prima volta che lo vidi in partita quasi mi spaventai perché non conoscevo questa sua caratteristica. Gridava in dialetto barese di andare avanti e crossare per Vittorio che era un cecchino infallibile”.
Oltramari giocò nel Foggia per sei stagioni(tre in A e altrettante in B) vestendo in campionato la maglia rossonera per 142 volte. Roberto esordì in serie A a 19 anni con la maglia della Spal. A Foggia fu decisivo per la promozione in serie A nella stagione 1963/64. Giocò poco nella prima stagione nella massima serie (solo 9 gare) perché il posto di ala destra era occupato da Armanno Favalli. Nella stagione successiva trovò più spazio mettendo a segno due gol decisivi per la permanenza del Foggia, guidato all’epoca da Egizio Rubino. Furono le due vittorie interne consecutive contro Roma (1-0) e Atalanta(2-0) che regalarono ai Satanelli la salvezza. Il match contro la Roma segnò il suggestivo ritorno a Foggia del Mago di Turi. Per lui fu una giornata dalle forti emozioni: rivedere lo stadio in cui ebbe i maggiori successi, salutare i vecchi giocatori e il pubblico, fecero nascere in lui una tempesta di sensazioni. Abbracci con Rosa Rosa, con il cognato Rubino e foto come a una festa di famiglia, ma poi c’era la gara. Disse: ”Il sentimento è una cosa, il dovere professionale è ben altro!”. L’incontro, come accade di solito nel fine stagione, era tra quelli sotto la lente d’ingrandimento dell’Ufficio Inchieste della Figc che mandò allo Zaccheria un suo inviato. C’erano timori sulla regolarità della partita: il Foggia era in piena zona pericolo, i giallorossi, al contrario, navigavano in una tranquilla posizione di classifica. Poi, sulle rispettive panchine c’erano i cognati Rubino e Pugliese, quest’ultimo ex trainer rossonero nei quattro anni precedenti. Si videro impegno, agonismo e ardore da parte di tutti i protagonisti. La Roma, reduce da due sconfitte consecutive, aveva voglia di rifarsi per dare una soddisfazione al proprio allenatore. I foggiani avevano bisogno dei due punti come del pane e andarono all’assalto della porta giallorossa, ma il terreno pesante e la pioggia ne limitarono impeto e precisione. Il Mago di Turi predispose uno schieramento essenzialmente difensivo puntando allo 0-0. Il Foggia si avvicinò più volte al gol ma le castagne dal fuoco le tolse proprio Roberto Oltramari con una fiondata assassina nell’angolo destro di Ginulfi. La domenica successiva fu messa sotto anche l’Atalanta, con un’altra gagliarda prestazione. La vittoria fu fortemente voluta dai ragazzi di Rubino che prima di sbloccare il risultato vennero fermati da due traverse (Lazzotti e Oltramari) e dalle prodezze di Pizzaballa. Fu Lazzotti a sbloccare il risultato a 11 minuti dalla fine della partita. A mettere al sicuro il risultato fu ancora Roberto Oltramari a un minuto dal termine della partita. Ricordo quella salvezza come la più sofferta e tutto sommato meritata. Il Foggia poté contare su una difesa fortissima (solo 30 gol subiti) che bilanciò la scarsa incisività della prima linea (appena 22 reti fatte).
Roberto dopo le stagioni foggiane passò al Modena ma ha sempre mantenuto con Foggia un rapporto di grande affetto e riconoscenza. Ha partecipato a tutti i raduni e le ricorrenze del club rossonero con le vecchie glorie dei Satanelli.
Grazie di tutto, Lambretta.