“I derby non si giocano, ma si vincono”. Parole e musica di Ezio Capuano alla vigilia della delicatissima partita contro il Taranto. Un monito per la squadra, la situazione attuale e un futuro che nell’arco di due mesi aveva assunto gli orizzonti più tetri per il popolo rossonero. Una vera e propria presa di coscienza (al netto del derby) che il tecnico ha iniziato a inculcare nelle menti dei giocatori fin dalle prime battute di allenamento in terra dauna. Un lavoro certosino che ha incominciato a dare i suoi frutti già dalla prima partita con l’Avellino. Certo, una debacle sotto quasi ogni aspetto, ma che ha trasmesso anche la convinzione generale che il Foggia fosse guidato da un allenatore fermo nelle sue idee e decisioni nonostante il lavoro pressoché nullo svolto nel pochissimo tempo a disposizione.
Emblematico in tal senso, il doppio cambio a inizio secondo tempo del tandem Millico – Emmausso: un chiaro segnale ad una squadra azzerata nelle gerarchie e bisognosa di un netto colpo di spugna con il quale iniziare a cancellare le tossicità germogliate nel primo scorcio di stagione. Detto fatto. La partita successiva con il Taranto ha infatti subito mostrato un Foggia di certo non rigenerato, ma sicuramente diverso.
Un cambio evidente nell’interpretazione dei ruoli e dei compiti impartiti da Capuano che inevitabilmente hanno riportato l’attenzione su un aspetto centrale sottolineato dallo stesso allenatore: l’approccio. Una delle fragilità principali che ha accompagnato i rossoneri in questo avvio di campionato e sul quale il tecnico ha lavorato giorno dopo giorno. Senza dubbio un passaggio fondamentale che il suo Foggia è riuscito a mettere subito in pratica, ma soprattutto a mantenere per quasi l’intera partita. Un cambio netto di rotta che ha esaltato in modo particolare il reparto difensivo nel primo tempo e quello offensivo nel secondo. Un eloquente richiamo a quella continuità che il tecnico sta cercando di strutturare sempre di più a livello di squadra ma anche nei singoli.
La reazione a dir poco positiva di Emmausso nella ripresa è un segnale e neanche troppo velato. La sua partita racchiude in toto il lavoro che Capuano sta svolgendo e in modo particolare ciò di cui avesse bisogno il suo Foggia: determinazione. Un inequivocabile passo in avanti che ora è chiamato a confermare anche nella delicata trasferta di Potenza. L’ennesimo capitolo del passato calcistico del tecnico del Foggia, ma anche del bomber Jacopo Murano.
Forse il principale pensiero del popolo rossonero in queste ore di attesa che li separano dalla sfida del “Viviani”. L’ex Picerno (dopo il ruggito di Emmausso e l’incoraggiante ripresa di Millico) è a tutti gli effetti una delle sfide più importanti del tecnico salernitano. Un gol scacciapensieri potrebbe rappresentare il suo definitivo trampolino di lancio nel mondo rossonero e di conseguenza un sostegno prezioso per la crescita generale della squadra. Un Foggia ora chiamato a continuare sulla strada maestra indicata dal suo allenatore. Nella speranza che possa comprendere al più presto la sua identità e il ruolo da interpretare in un campionato già ricco di emozioni… nel bene e nel male.