Dopo gli incredibili torti subiti dagli arbitri delle due finali dei playoff, rimasti impuniti, e dopo gli incredibili ulteriori favori fatti al Lecco nonostante la mancanza dello stadio da B fosse nota da sempre alle autorità sportive, molti si sono concentrati soltanto sulla battaglia giudiziaria che il Presidente Canonico ha preannunciato nella conferenza stampa del 10 luglio, per ridare dignità al Calcio Foggia.
Il resto non interessava.
Che senso avrebbe continuare a seguire il calcio per un appassionato tifoso dei colori rossoneri, se Gravina e Balata possono calpestare le regole sportive quando vogliono, per favorire quella squadra o danneggiare quell’altra, alla luce del sole e senza tutela per chi viene colpito?
Il 29 agosto davanti alla V Sezione del Consiglio di Stato si arriverà alla fine di questo percorso giudiziario, quando verranno discussi gli appelli del Foggia e del Perugia contro le due sentenze del TAR Lazio che hanno ripescato il Lecco in serie B violando la perentorietà dei termini.
Si discuterà anche l’appello della Reggina contro la sentenza del TAR Roma, che in questo caso ha applicato rigidamente le norme sportive e la perentorietà dei termini, confermando la decisione federale di escludere la società calabrese dalla B.
Nel frattempo, ieri la Provincia di Foggia del Presidente avv. Giuseppe Nobiletti si è coraggiosamente e con determinazione costituita nei giudizi davanti al CdS per sostenere le ragioni e i diritti del Calcio Foggia 1920, difeso dagli avv.ti Fabrizio Lofoco e Giacomo Sgobba.
Ringraziamo il Presidente Nobiletti per averci autorizzato a pubblicare uno dei due identici atti di intervento della Provincia di Foggia, difesa dall’amico Vincenzo De Michele, che tante volte è intervenuto come opinionista sulla questione su Mitico Magazine.
Perché era necessario pubblicare l’intervento della Provincia di Foggia?
Perché c’è la ricostruzione di tutti gli errori e orrori sportivi e giudiziari che in questa vicenda kafkiana hanno colpito soltanto il Foggia, per salvare a tutti i costi il Lecco senza merito sportivo oppure, al posto del Lecco, il Perugia, meritatamente retrocesso e privo dei requisiti infrastrutturali per essere riammesso alla B.
Un comportamento ingiustificabile quello della FIGC e della LNPB, con un accanimento ad escludere ad ogni costo il Calcio Foggia dal diritto di accedere alla serie B.
L’accanimento ha avuto un ‘complice’ e una vittima illustre, il Presidente della I Sezione ter del TAR Lazio, estensore anche delle due sentenze che hanno accolto gli identici ricorsi della FIGC e del Lecco per salvare il Lecco contro il rispetto delle regole sportive dettate dalla stessa FIGC.
Su questo la Provincia di Foggia nel suo intervento ad adiuvandum ha concentrato una parte delle censure, accusando il TAR Lazio di aver stravolto le regole processuali per impedire che il diritto del Foggia a sostituire il Lecco in caso di esclusione fosse riconosciuto, riunendo i tre giudizi, di cui i primi due della FIGC e del Lecco fissati erroneamente al 2 agosto, concedendo una inammissibile abbreviazione dei termini rispetto alla prima data utile (11 settembre), e posticipando quello del Foggia addirittura al 26 settembre, ben oltre la prima data utile.
Il dirompente intervento della Provincia di Capitanata ha già provocato un clamoroso positivo ripensamento del TAR Lazio, che ha fissato udienza straordinaria anticipata al 4 settembre dell’udienza del 26 settembre sul ricorso del Foggia contro la sconclusionata decisione n.65/2023 del Collegio di garanzia dello sport, che aveva dichiarato inammissibile l’impugnativa del Foggia del provvedimento federale FIGC che aveva ammesso il Lecco al campionato di B.
È un’ammissione, tardiva ma necessaria, del Presidente Arzillo di aver sbagliato tutta l’organizzazione delle udienze dei tre ricorsi davanti al TAR, che andavano riuniti ad una udienza straordinaria unica ad agosto, nel rispetto del termine minimo di 22 giorni dalla decisione impugnata all’udienza di decisione.
L’anticipazione dell’udienza è inaspettata, non richiesta dal Foggia, e sollecitata evidentemente dalla FIGC, responsabile unica degli errori processuali commessi dal Presidente della I ter del giudice amministrativo di primo grado.
Qual è lo scenario che potrebbe emergere dopo le decisioni del CdS del 29-30.8?
Prendiamo in esame solo lo scenario più probabile, nel rispetto delle regole sportive, della perentorietà dei termini e della giurisprudenza consolidata del Consiglio di Stato: Reggina e Lecco fuori dalla serie B, con accoglimento dei quattro giudizi riuniti del Foggia e del Perugia.
A questo punto la palla passa al Consiglio federale FIGC che, dopo la sconfitta durissima in CdS, dovrà porre mano all’integrazione dell’organico LNPB scegliendo tra il format illegittimo a 20 squadre e l’unico format legittimo a 22 squadre.
Se sceglierà il format ordinario a 22 squadre, il Consiglio federale potrà essere convocato già il 31 agosto e integrare l’organico con le quattro squadre mancanti, riammettendo Brescia, Spal e Benevento e ripescando il Foggia. Fuori il Perugia.
Se invece vuole mantenere il format illegittimo a 20 squadre per salvare il Perugia, dovrà attendere il 4 settembre perché il Tar presieduto da Arzillo decida sul ricorso del Foggia, se debba essere ammesso in via diretta come finalista dei playoff o se invece abbia diritto solo al ripescaggio.
In questo ultimo caso i tempi si allungherebbero notevolmente e comunque la FIGC dovrebbe disporre la sospensione dei campionati di B e di C praticamente sine die, in attesa del giudizio del Consiglio di Stato.
E anche dopo, le squadre che non sono state riammesse o ripescate, impugnerebbero il provvedimento di integrazione dell’organico.
Mentre nell’ipotesi del format a 22, i campionati di B e di C dovrebbero essere sospesi per due settimane per consentire alle quattro riammesse di accedere al mercato della categoria superiore e l’unico serio problema, causato dalla LNPB, sarebbe dover rifare il calendario evitando l’annullamento delle gare fino ad ora disputate.
Insomma, lo scenario non appare fosco per i colori rossoneri e attendiamo fiduciosi che, come si dice sempre e spesso non avviene, la giustizia faccia il suo corso.