Il 4 luglio di 60 anni fa, a Thun, in Svizzera il Foggia & Incedit conquistò la Coppa delle Alpi per la serie B, il suo primo e finora unico trofeo internazionale. La sua denominazione esatta è Coppa delle Alpi per la serie B e non bis come erroneamente tramandato. Esisteva anche una competizione analoga per le squadre di serie A e la Coppa nel 1964 fu vinta dal Genoa. La competizione era riservata alle squadre terze classificate dei campionati di serie B italiano e svizzero e vi parteciparono Foggia e Thun con gare di andata e ritorno. La fase finale si svolse al termine del trionfale campionato che portò il Foggia per la prima volta in serie A.
La squadra di Pugliese giocò il torneo senza tre titolari quali Moschioni, Nocera e Oltramari che convolarono a nozze nei giorni immediatamente successivi alla conclusione del campionato cadetto.
Nel club foggiano c’era ancora un clima di entusiasmo e tanta euforia per la promozione in serie A, ma il mister Pugliese prese molto sul serio l’impegno internazionale e tenne tutti sulla corda. La gara di andata contro il Thun fu giocata allo Zaccheria il 28 giugno 1964 e il Foggia stravinse 8-1. Le reti rossonere furono realizzate da Bottaro (una tripletta), Santopadre una doppietta e da Patino, Di Giovanni e Lazzotti. Nella gara di ritorno, disputata il 4 luglio, i Satanelli furono festeggiati prima della gara dai tanti immigrati pugliesi residenti in Svizzera e nel nord Italia e per loro fu l’occasione unica per abbracciare la squadra di Oronzo Pugliese. Dopo la goleada a Foggia, i rossoneri vinsero anche a Thun: 4-3 con gol di Buonpensiero, Santopadre, Patino e Di Giovanni. Capitan Ciccio Patino sollevò al cielo la Coppa delle Alpi tra l’entusiasmo dei tifosi rossoneri, concludendo con il botto una stagione rimasta nel libro d’oro del club foggiano.
Il trofeo rimase per lungo tempo esposto da solo nella bacheca del club rossonero, fino a quando fu protagonista di un piccolo “giallo” con una storia particolare e sorprendente. Nel 1990 quando la società trasferì la sua sede sotto la curva Nord dello stadio Zaccheria in via Torelli, fu “dimenticata” in sede di trasloco di mobili, documenti e suppellettili. Il trofeo insieme ad altre coppe fu messo in un bustone nero per rifiuti e lasciata vicino a un cassonetto insieme a fogli, giornali, registri e materiale da destinare al macero. La recuperò Peppino Affatato, storico segretario del Foggia che la custodì amorevolmente. Ne fu fatta in seguito una copia e consegnata a Vincenzo Faleo, unico foggiano della formazione rossonera.
L’originale rimase ad Affatato.